Francese di nascita, ma irpino d’origine. La stampa.it, racconta la storia di Antonie Meo, centuaro avellinese nato nel paese transalpino.
E’ nato a Digne, in Francia, ma il cognome parla chiaro. Il nonno di Antoine Meo è infatti di Avellino e il pilota Husqvarna è lontano anni luce dallo stereotipo del francesino nazionalista. Parla italiano alla perfezione, gradisce farsi chiamare “Antonio”, e del Bel Paese ama tutto. Dalle moto, con cui corre, alle ragazze con cui… esce.
Nel 2009 punterà senza mezzi termini a vincere il mondiale di enduro nella classe E2. Correrà anche alcuni gran premi di motocross nella MX2; Antoine arriva infatti da questa disciplina, che l’ha visto laurearsi giovanissimo (è nato il 29 agosto del 1984) campione europeo di supercross nel 2002.
In sella a Husqvarna ha stupito il pubblico e gli addetti ai lavori durante l’Enduro Indoor di Genova del 2008, vinto alla sua prima uscita con le moto varesine. Quest’anno gli è andata peggio a causa di una non perfetta condizione fisica. L’abbiamo ritrovato un mese più tardi al caldo delle Isole Canarie, tonico e motivato in vista della prossima stagione. Antonio ci ha parlato del mondiale e ci ha raccontato le sue insolite passioni.
Antoine, i tuoi obiettivi sportivi per il 2009. “Le mie priorità sono il mondiale e l’italiano di enduro. Correrò anche 3 gran premi nel mondiale di motocross MX2, in Spagna, Francia e Inghilterra. Spero di trovare il tempo per tornare in Francia dove vorrei correre le classiche di enduro”.
Che moto utilizzerai?
“Nel cross userò la nuovissima Husqvarna TC 250, con l’alimentazione a carburatore. A breve cominceremo anche a usare la versione da enduro TE 250, con l’iniezione elettronica e l’avviamento elettrico”.
Sei al secondo anno in Husqvarna. Come ti trovi?
“Mi trovo benissimo. Comincia a sentirsi anche l’influenza di BMW. La gestione dei piloti, dei ricambi, delle moto è molto più quadrata, più “tedesca”. Però restiamo sempre una grande famiglia. Rainer Thoma (il presidente Husqvarna di provenienza BMW, ndr) è sempre vicino a noi piloti. Con Claudio Castiglioni non era invece molto facile avere a che fare”.
Si parla tanto della nuova TC 250. Hai contribuito anche tu alla sviluppo?
“Ci hanno lavorato molto Bartosz Oblucki e Andrea Bartolini. Io ho cominciato in seguito a guidarla, trovando una moto già messa molto bene”.
Nel supercross eri, anzi sei, molto veloce. Sei passato però all’enduro. Ti piace vincere facile?
“Le cose non stanno proprio così. Dopo 2 anni di stop per infortunio, ho voluto provare una nuova esperienza con l’enduro. Mi sono trovato bene, sono arrivati i primi risultati e, soprattutto, ho iniziato a divertirmi sul serio. E poi la mentalità è fantastica! Non ci sono le rivalità e le antipatie tipiche delle gare di motocross”.
Nel tempo libero ancora moto o hai altri hobby?
“Mi piacciono le macchine, in particolare i buggy. Sono molto diffusi nel sud della Francia. Ti permettono di fare numeri incredibili in fuori strada. Sono simili a kart, ma studiati per l’offroad e spinti da motori molto potenti, di derivazione spesso motociclistica”.
Hai dimenticato di citare la tua collezione di Vespe.
“Sì, ne ho 8! La mia preferita è una ET3, stra-elaborata, con cui faccio delle impennate di chilometri”. Automobili normali manco a parlarne
“Al momento no. Mi piace da matti la Fiat 500 Abarth, dev’essere bella da guidare sulle strade tutte curve, no? Però ho fatto una scommessa, se vinco il mondiale di enduro, mi faccio la Mitsubishi Evo Lancer. Nera”
. E’ vera la leggenda che compri auto usate per demolirle?
“Voglio imparare a guidare bene. Allora compero vecchi rottami e li sfascio nelle piste di rally. A casa mia ho una pista di enduro, ma il mio vicino ha una tenuta enorme con una pista di rally privata dove spesso vado a girare con l’auto o con il buggy. Ci gira anche il campione del mondo Loeb e fa paura!”.
Ora sei cittadino francese, ma in tanti ti vorrebbero veder correre con licenza italiana.
“Sto facendo la domanda per la cittadinanza italiana. Mio padre è italiano e la Federazione Motociclista Italiana sarebbe felice di avermi tra i suoi piloti. E sarei felice pure io. Sono già 5 anni che corro fuori dalla Francia, con licenza monegasca. Ora voglio tornare italiano. Ho vissuto un anno da ragazzino qui da voi e mi sono trovato benissimo”.
Da chi hai imparato a fare enduro?
“Sembra incredibile, ma all’inizio ho guardato ore ed ore di filmati. Ho osservato i campioni e poi ho cercato di fare le stesse cose con la moto”.
Quali sono i piloti più forti oggi sulla piazza?
“Salminen e, fino all’anno scorso, Merriman. L’australiano vola con qualsiasi moto, pazzesco. Ahola è un altro pilota con gli attributi, e poi c’è Aro che non si allena, beve come una spugna e va fortissimo lo stesso!”.
Torniamo indietro di un anno. A Genova nel 2008 nessuno si aspettava tanto da te. Eppure hai vinto. “E pensa che mi hanno fatto correre con un 450 cross, targato il giorno prima. Gli avversari mi osservavano un po’ scettici. Ma poi hanno cambiato idea (ride di gusto, ndr)”. Dicono che sei il campione del mondo di impennate con la Vespa.
“Il cilindro della mia Vespa ET3 è stato lavorato dal motorista di Rinaldi, va da far paura. D’altra parte nei due anni di stop per problemi fisici potevo guidare solo la Vespa e ho affinato le mie capacità di guida su una ruota sola…”.
Raccontacela giusta. Dell’Italia ti piacciono soltanto le moto?
“No, si mangia anche divinamente. E poi ci sono “ottimi prodotti” in altri settori…”.
Caro Antonio, abbiamo capito bene a cosa ti riferisci. Ben tornato in Italia!