La Sidigas e gli infortuni nei momenti chiave, una storia già vista

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Un déjà-vu, una storia già vista in stagione. La Sidigas Avellino perde elementi chiave del proprio roster proprio nei momenti clou. Era già successo con il pivot della nazionale Marco Cusin, out per circa due mesi dopo aver riportato la frattura del quarto metacarpo della mano destra e più recentemente con Joe Ragland, che ha visto l’acutizzarsi del problema alla spalla sinistra.

Il lungo di Pordenone, prossimo alle 350 presenze in Serie A, ha lasciato la Scandone orfana del secondo centro per un lungo periodo, che ha sfortunatamente coinciso con Ottavi di Finale in Basket Champions League e con le Final Eight di Coppa Italia. Risultato: nonostante gli sforzi di Fesenko e l’innesto nel ruolo di guardia di David Logan, la Beneamata biancoverde è uscita con più di qualche rimpianto dalle due competizioni.

Rientrato il Cuso, seppur non ancora a pieno regime, ad alzare bandiera bianca è stata la stella Joe Ragland. L’infiammazione alla spalla della combo-guard americana è costata agli irpini il secondo posto in graduatoria e la sconfitta più pesante della stagione in casa dell’Enel Brindisi.

Ora a poche ore dall’importantissima sfida contro la Reyer Venezia, a mancare all’appello è Kyrylo Fesenko: “risentimento del collaterale mediale al ginocchio sinistro a seguito di un scontro in allenamento” si legge nella nota della società avellinese. L’Umana può fare festa in Laguna, anche perché proprio il gigante ucraino, nonostante lo 0-3 rimediato finora negli scontri diretti contro i veneti, è riuscito a produrre i più significativi losing effort dei biancoverdi contro i lunghi atipici agli ordini di coach De Raffaele.

Al Taliercio sarà uno di quei match che valgono più di due punti, almeno tre visto che ribaltando il misero svantaggio di un possesso, a cinque tornate dal giro di boa della regular season, la Scandone parrebbe favorita alla corsa al secondo posto, con tanto di benefici casalinghi in vista dei Playoff Scudetto, ultimo appuramento a cui è chiamata la banda Sacripanti.

Se la diagnosi di quattro settimane di stop dovrebbe essere confermata al gigante ucraino, allora la dirigenza di Contrada Vasto potrebbe davvero prendere in considerazione l’idea di aggiungere un altro lungo, almeno per gli allenamenti settimanali. Senza Cusin non sono bastati il miglior Fesenko e Logan, basterà ora il solo centro italiano, non ancora al meglio, a sopperire alla pesante assenza del panzer di Dnipro in vista del rush finale?

di Renato Spiniello.