Marco Imbimbo – La conferenza dei capigruppo ha deciso: sabato mattina, con inizio alle 10, si terrà (forse) l’ultimo consiglio comunale dell’amministrazione Ciampi. La mozione di sfiducia firmata da 19 consiglieri è stata calendarizzata e verrà discussa nella giornata del 24 novembre dove, però, non arriverà la dichiarazione di dissesto, nonostante l’opposizione abbia invitato Ciampi a portarla in Aula e discuterla prima della mozione di sfiducia.
A tenere banco in conferenza dei capigruppo, però, è stato soprattutto il blocco alle nuove assunzioni varato dal Consiglio Comunale. Una decisione che ha reso molto agitato l’incontro in cui non sono mancate urla e momenti di tensione tra alcuni consiglieri. Soprattutto ha fatto emergere una differenza di vedute tra il segretario generale, Lissa, e il ragioniere capo, Marotta, sull’emendamento presentato in Aula per stoppare le nuove assunzioni.
Proprio Marotta, che in Aula ha sostituito l’assente Lissa aveva dato il suo consenso amministrativo all’emendamento, ma per il segretario generale andrebbe ritirato o “contro-emendato” per non creare problemi al bilancio Consolidato. Problemi che, invece, secondo Marotta non ci sarebbero. L’eventuale contro-emendamento potrebbe arrivare sabato in Aula, ma tutto dipende dall’amministrazione Ciampi come spiega Enza Ambrosone, capogruppo Pd.
«Se ci sono riflessioni ulteriori che l’amministrazione deve fare sul deliberato di ieri, abbiamo dato la nostra disponibilità a ragionarle, ma come unico punto da aggiungere alla mozione di sfiducia che sarà calendarizzata per la giornata di sabato». Resta, però, l’ennesimo scontro a Palazzo di Città tra gli uffici, come sottolinea Ambrosone: «E’ difficile esercitare la funzione di consigliere comunale nella condizione di profonda frattura che c’è all’interno dell’apparato burocratico comunale. Ogni atto diventa oggetto di una discussione infinita che mette noi consiglieri comunali nella difficoltà di dover deliberare».
In attesa di questa valutazione sulle assunzioni, l’unica cosa certa è che sabato arriverà in Aula la mozione di sfiducia, ma non la dichiarazione di dissesto perché, da parte dell’amministrazione Ciampi, non è arrivata nessuna richiesta per portarla in Aula. «L’amministrazione che ci ha tirato per la giacca per più di un mese, ha fatto scomparire la discussione sul dissesto – spiega Ambrosone. Al tavolo di questa mattina, dove abbiamo parlato per circa 4 ore, l’amministrazione non ha detto una parola sul dissesto, cosa che dal mio punto di vista la dice lunga sulla volontà vera di proseguire su questa strada».
Ad invitare il sindaco a portare la dichiarazione di dissesto in Aula, prima della mozione di sfiducia, era stato Luca Cipriano al termine dell’ultimo consiglio comunale. «Il sindaco, oggi, non è nemmeno venuto in capigruppo quindi prendiamo atto che, da parte dell’amministrazione, non c’è linearità sulla proposta di dissesto – spiega Cipriano. Sabato si discute della mozione di sfiducia, se passa vuol dire che l’amministrazione è terminata, altrimenti gli avellinesi si confronteranno per i prossimi anni con questo tipo di amministrazione, con tutte le sue problematicità e gli elementi di incoerenza già emersi in questi mesi. Tra l’altro la fragilità politica di questa amministrazione è di tutta evidenza, sono diventati 3 i consiglieri a sostegno dell’amministrazione. Non penso ci siano più le condizione tecniche e politiche per andare avanti».
La bagarre in capigruppo sullo stop alle assunzioni viene definita come «tempesta in un bicchier d’acqua» da Nello Pizza, capogruppo dei Popolari. «Gli animi si sono surriscaldati su una questione abbastanza semplice. Tra l’altro il segretario generale, dopo aver manifestato dei dubbi di carattere generale sull’emendamento approvato in Aula, ha anche indicato quale rimedio adottare per sistemare la vicenda. Insomma si trattava di una questione superabile, ma si è trasformata nell’occasione per qualcuno per recuperare una polemica su una decisione che non avrà condiviso in pieno».
I “popolari”, intanto si preparano a votare a favore della sfiducia, anche se avrebbero preferito affrontare prima la dichiarazione di dissesto: «Personalmente ero tra quelli che avrebbe preferito discutere prima sui conti del Comune, ma devo rispettare anche la volontà degli altri consiglieri che invece spingono affinchè la mozione non subisca ulteriori ritardi e arrivi, in Consiglio Comunale, nell’ultimo giorno disponibile prima della sua scadenza naturale».