Secondo il Comitato europeo delle regioni, le strategie in materia di politica dell’istruzione adottate dagli Stati membri e dalle regioni dovrebbero privilegiare la cooperazione a tutti i livelli di governance, in modo tale che un’istruzione di qualità, innovativa, digitale e imperniata sul discente possa corrispondere alle nuove esigenze del mercato del lavoro.
L’Assemblea delle città e delle regioni dell’UE accoglie con favore la proposta di un piano d’azione per l’istruzione digitale presentata dalla Commissione europea, ma chiede un maggiore impegno per ridurre il divario digitale, sostenere i docenti e gli educatori e rafforzare l’alfabetizzazione mediatica dei giovani.
In un parere elaborato da Domenico Gambacorta (IT/PPE), presidente della Provincia di Avellino, il Comitato sottolinea che l’istruzione digitale rappresenta un’opportunità per affrontare le sfide del settore educativo: può ad esempio servire ad impartire un insegnamento più personalizzato e inclusivo, a ridurre il divario di apprendimento tra discenti di diversa estrazione socioeconomica e a favorire l’integrazione dei migranti offrendo loro un sostegno allo studio nella loro lingua materna.
È importante, quindi, che il piano d’azione per l’istruzione digitale sia adeguatamente sostenuto dal nuovo quadro finanziario pluriennale dell’UE, oltre che da risorse provenienti dai bilanci nazionali. Il parere è stato adottato nella sessione plenaria di oggi 10 ottobre 2018.
“Nella misura in cui migliora l’accesso all’informazione, la trasformazione digitale può formare cittadini meglio informati e promuovere l’impegno civico. Dobbiamo garantire che questo processo di trasformazione rimanga inclusivo riducendo il divario digitale esistente in termini di genere, età e diversità dei contesti geografici, etnici e socioeconomici”, insiste Gambacorta.
“Dobbiamo assicurarci che tutti gli istituti di istruzione, gli educatori e gli studenti siano pronti per la rivoluzione digitale. Questo significa dotare l’insieme delle scuole, delle università e degli altri istituti della necessaria infrastruttura a banda larga ad alta velocità e di qualità, ma anche offrire un sostegno e una formazione adeguati ai docenti e ai dirigenti scolastici per coniugare le metodologie didattiche tradizionali con le opportunità offerte dalle tecnologie digitali”.
Il Comitato chiede di lanciare una vasta campagna di iniziative di formazione destinate ai docenti e agli operatori didattici.
“Gli utenti devono anche essere consapevoli dei rischi connessi all’ambiente digitale. Sviluppando il pensiero critico e il loro livello di alfabetizzazione mediatica, i bambini e i giovani saranno in grado di giudicare meglio e non si lasceranno sopraffare dalla dilagante diffusione di notizie false”, osserva Domenico Gambacorta. Il suo parere raccomanda inoltre di adottare metodi di insegnamento e di valutazione nuovi e innovativi al fine di sfruttare le potenzialità offerte dalla rapidità dei circuiti di feedback per un apprendimento più personalizzato ed efficiente.
Il presidente Gambacorta mette in risalto anche l’esperienza della “Apple Developer Academy” di Napoli: “Grande caso di successo. La dimostrazione che si può fare formazione di qualità grazie alla collaborazione tra pubblico e privato. L’accordo tra Apple e Università Federico II di Napoli è l’esempio lampante e offre possibilità a tutti i ragazzi, anche per quelli provenienti da Paesi extraeuropei”.
La qualità e l’accesso ad infrastrutture digitali è molto diverso tra i Paesi dell’UE. Il 18% delle scuole primarie e secondarie nell’UE non ha accesso alla banda larga. Il 50% circa di studenti dell’UE hanno docenti con attitudine positive all’uso delle ICTs. Circa il 37% della forza-lavoro in UE ha basse o nulle competenze digitali.