“La salute mentale è ammalata anche in Irpinia”: la Caritas lancia l’allarme

0
287

La salute mentale è gravemente ammalata anche in provincia di Avellino. A lanciare l’allarme è la Caritas diocesana con il direttore Carlo Mele. “Tutto ciò è comprovato da un report di servizio di “Ascolto” approntato a titolo gratuito dal direttore del DSM. Rispetto a questo allarme della Organizzazione Mondiale della Sanità, nonché dall’istituto Superiore di Sanità, ci chiediamo quali misure e quale organizzazione sia stata messa in campo dalla nostra Azienda Sanitaria Locale e se il tema della Salute Mentale costituisca una priorità, così come dovrebbe essere, per coloro ai quali è affidato il compito della programmazione sanitaria”.

“Purtroppo, nell’ambito della salute mentale, la nostra realtà provinciale viene in questo momento storico, da lunghi anni di depauperamento delle risorse e di personale specifico e dalla totale assenza di un progetto e di servizi (strutture), che pure la legge pone in obbligo da realizzare (vedi Progetto Obiettivo della Salute Mentale)”.

“La città capoluogo, e i comuni collegati (Atripalda e Mercogliano) ad esempio non hanno un Centro di Salute Mentale, l’unico è delocalizzato nell’ex Ospedale di Monteforte non facilmente raggiungibile dall’utenza. I servizi “territoriali” di Ariano Irpino e di Sant’Angelo dei Lombardi sono addirittura collocati all’interno degli Ospedali, contravvenendo allo spirito della Salute mentale di Comunità che ha ispirato la riforma nel lontano 1978”.

“Ma ancora più grave è l’assenza di Centri Diurni e Day hospital territoriali previsti dalla legge, ma chiusi oramai da anni. La Residenzialità, cioè le strutture di Riabilitazione, sono prevalentemente presenti in Alta Irpinia; domanda: perché in Alta Irpinia? Ciò crea particolari disagi per i spostamenti logistici per i familiari dei pazienti. Gravissimo: non si segnalano sul territorio attività di prevenzione! Come non mai necessarie in questo momento storico, ripeto, in particolare nei comuni maggiormente abitati”.

Per non parlare delle strutture penitenziarie dove da alcuni anni non si riesce ad assicurare un servizio psichiatrico stabile e un supporto psicologico, necessario e richiesto più volte dai direttori degli Istituti di pena, in parte assicurato dal Garante tramite un’associazione di professionisti nel settore. La Salute Mentale è in grande affanno e non appare essere una priorità strategica della Asl. Prima che la Salute Mentale, già gravemente ammalata muoia, si intervenga presto per il bene della cittadinanza e per dovere istituzionale”.