Atripalda – Riceviamo e pubblichiamo la lettera aperta del consigliere atripaldese Raffaele La Sala al sindaco Aldo Laurenzano:
“sono trascorsi più di quattro mesi dalla sua elezione, i mesi in cui l’entusiasmo e la voglia di fare suggeriscono iniziative ed attività che definiscono e caratterizzano un mandato amministrativo.
Non se l’abbia a male. Non è successo nulla.
Ho atteso, in molti abbiamo atteso, che venisse qualche utile segnale dalle sue dichiarazioni programmatiche. Che tristezza. Abbiamo solo partecipato, nel consiglio comunale del 17 settembre, alla celebrazione di un rito sciatto e stanco, senza passione, senza nessuno slancio ideale, schiacciato tra alcune cerimonie pubbliche (una di anziani proprio nel cortile del palazzo Civico, ed una nella piazzetta San Sabino, a Capolatorre), ed il concerto serale della festività patronale. Un obbligo da assolvere in fretta, una medicina amara da inghiottire con una smorfia…ma di questo parleremo ancora. Pensa davvero di poter amministrare con improvvisi scarti d’umore, fughe, ritorni, piccole ritorsioni, mediocrità e prove di forza, schiacciato dalle responsabilità, tirato per la giacchetta da collaboratori rancorosi e ‘condannato’ ad essere tutto (consigliere provinciale, sindaco, leader politico e chissà che altro) e…niente. Un salvatore della patria…a tempo pieno e a tempo…perso, tristemente ignoto alle Istorie per un intervento memorabile, un provvedimento, un’idea…, e forse proprio per questo buono per tutte le ‘battaglie’ e per tutte le stagioni.
Che ne è dell’acquisto di Palazzo Caracciolo che il ticket De Simone–Rega aveva strombazzato sulla stampa, alle spalle dell’utile e ignaro Laurenzano? quando vedremo la palestra del Liceo Scientifico? Come vede non parlo di quello che oggi confusamente annuncia, ma di quello che avrebbe dovuto sapere e non sapeva, che avrebbe dovuto fare e non ha fatto.
Aspettiamo pazienti di conoscere l’assetto definitivo della sua giunta, mentre il Consiglio Comunale, che dovrebbe essere il luogo del libero confronto democratico e del rigore, si consuma tra mortificanti strappi istituzionali e gratuite scorrettezze. Questioni formali? Può darsi, ma senza ‘regole’ c’è il caos e l’arbitrio. E lei, signor Sindaco, che ha la responsabilità e l’onore della guida della nostra Città, deve essere il garante della legalità nel civico consesso. Nella solitaria seduta di consiglio comunale del 27 settembre, “per larghi tratti il numero dei consiglieri necessari a garantire la legalità dei lavori era fortemente deficitario (ad un certo punto se ne sono contati sette…)”, così ha scritto “Il Sabato” del 29 settembre 2007 (Caos in aula…, p.9). A chi compete la verifica del numero legale? Tutti distratti? Nessuno ha visto? O l’assenza della opposizione autorizza, eventualmente, qualche disinvoltura? Ecco, è su questo che si fa sempre più urgente un intervento del Prefetto: ho chiesto, pubblicamente in Consiglio Comunale, che la segreteria gli inviasse i verbali delle sedute e le trascrizioni degli interventi. È stato fatto?
Ma non è solo questo che mi preoccupa.
Signor Sindaco, per oscure ed imperscrutabili alchimie, che potrebbero già deflagare…dopo il Piddì, ha nominato una giunta debole ed inesperta e quel che è peggio, allegramente inconsapevole della sua fragilità. Una giunta di ‘continuità’ che è franata su due settori strategici come il bilancio e l’urbanistica. Quando, in cerca di novità ed esecutore di qualche piccola vendetta, invece di soluzioni efficaci e coerenti, si è dovuto accontentare di pallide “pezze a colore”. Quale contributo si aspetta, in materia di bilancio, dal vicesindaco Landi (a proposito non era lui il delegato alla Protezione Civile, settore che il volenteroso Maurizio De Vinco, oggi scopre “all’anno zero”?); e le dichiarazioni del consigliere Tuccia la lasciano tranquillo?
E ancora, qualcuno ha riletto la sua relazione programmatica prima che fosse resa in Consiglio? E qualcun altro, della vecchia e della nuova giunta, ha consultato gli allegati ‘storici’ che accompagnano il “piano colore”, prima della approvazione definitiva in aula? Quante disinvolte approssimazioni e quante gustose amenità! È questo, signor Sindaco, in tutta franchezza, ad essere simpaticamente “plateale”, prima di diventare malinconicamente ridicolo. Come la curiosa vicenda di via Roma.
Che cosa è cambiato, da qualche mese a questa parte, oltre all’assessore Aquino? Quando, e da chi, è stata graziosamente concessa la parziale ‘riabilitazione’ politica ed amministrativa al consigliere Tuccia? La richiesta di un privato cittadino era legittima? e allora perché due anni di ostacoli, rinvii, processi politici e …processioni? (Lo chieda ai suoi assessori di… ieri e di oggi).E se non lo era, a quale miracolosa circostanza, o a quale ‘santo’, si deve il… miracolo. Ed ora a che punto siamo? Punto e a capo?
Signor Sindaco, ho evitato per alcuni mesi di rilasciare dichiarazioni ‘a freddo’ e ‘a caldo’, perché chi ha vinto, ha vinto, e deve amministrare, ma non si illuda di avere, nell’aula consiliare e tra i cittadini, una opposizione fiacca e inerte. Il richiamo al rispetto delle regole e il confronto anche aspro delle opinioni è una garanzia di libertà e di democrazia e garantisce (prima o poi se ne dovrà rendere conto anche lei) la linearità e la correttezza della sua azione amministrativa, pericolosamente sbilanciata verso una deriva autocratica e podestarile. E, per amor di Dio, prenda finalmente coscienza del ruolo al quale i cittadini di Atripalda l’hanno chiamata, un ruolo che non può essere svilito da mediocri rancori e consigli ‘fraudolenti’”.
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