L’amministrazione provinciale, in occasione dell’anniversario dei moti carbonari del 1820, ha esposto uno striscione nella sua sede storica, palazzo Caracciolo, dove i carbonari e i cavalleggeri chiesero al re Borbone una costituzione.
Al museo Irpino, presso la sezione risorgimento, sono custoditi cimeli, armi, medaglie, giornali, manoscritti; reperti provenienti dagli archivi di Barra. Di grande rilevanza storica sono il decreto di Napoleone del 1806 con cui si aboliva la feudalità nel Regno delle due Sicilie, l’atto di accusa per gli implicati nelle rivolte del 1820 e la costituzione del 1848 emanata da Ferdinando II di Borbone.
“E’ questa l’occasione per invitare a visitare la sezione risorgimento del museo Irpino presso il complesso monumentale carcere Borbonico che conserva importanti reperti”, sottolinea il presidente Domenico Biancardi, che ringrazia i consiglieri provinciali Franco Di Cecilia e Rosanna Repole, e il professore Ugo Santinelli.