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La protezione della privacy online: il potere delle VPN

Nell’epoca della digitalizzazione, l’evoluzione del diritto diventa imperativa, destinata a fungere da scudo, salvaguardando la pietra angolare dei diritti fondamentali nel vasto regno del cyberspazio. Al centro di questa metamorfosi si trovano i diritti digitali, intricatamente intrecciati con i pilastri della libertà di espressione e della privacy. Questi diritti non solo concedono agli individui la libertà di accedere, utilizzare, plasmare e diffondere media digitali, ma abbracciano anche il privilegio di esplorare e attraversare i reami dei computer, dei dispositivi elettronici e delle reti di comunicazione.

Cosa sono i VPN e come difendono la privacy

Le Virtual Private Network (VPN) si configurano come autentici baluardi nella difesa della privacy in rete, agendo come scudi contro la sorveglianza e il monitoraggio di terze parti indesiderate, come gli Internet Service Provider (ISP), gli hacker o gli enti governativi. La crittografia dei dati rappresenta uno dei pilastri fondamentali su cui si regge la protezione offerta dalle VPN gratis: ogni informazione scambiata tra il dispositivo e il server VPN viene resa illeggibile, garantendo la segretezza delle comunicazioni e impedendo a chiunque di intercettare e interpretare i dati trasmessi. Inoltre, il fatto che le VPN mascherino l’indirizzo IP dell’utente, sostituendolo con quello del server VPN, aggiunge un ulteriore strato di anonimato e protezione della propria identità online, rendendo arduo il tracciamento delle attività online fino alla posizione fisica dell’utente. La possibilità di scegliere tra server situati in diversi paesi consente agli utenti di aggirare le restrizioni geografiche imposte da alcuni siti web o servizi online, garantendo l’accesso a contenuti altrimenti non disponibili nella propria area geografica. Inoltre, instradando il traffico Internet attraverso il server VPN anziché direttamente attraverso l’ISP, le VPN contribuiscono a preservare la privacy dell’utente da eventuali tentativi di sorveglianza o monitoraggio da parte dell’ISP stesso. In definitiva, le VPN si configurano come potenti alleati nella protezione della privacy online, offrendo un’infrastruttura sicura e anonima per la navigazione in rete, nel rispetto della riservatezza e della libertà degli utenti.

Diritti digitali e interazione sociale

I diritti digitali, in sostanza, emergono come l’iterazione contemporanea dei diritti umani secolari, adattati per adattarsi alle complessità dell’era Internet. Man mano che le tecnologie digitali continuano a rivoluzionare l’esercizio, la protezione e la trasgressione dei diritti fondamentali come la libertà di espressione e l’accesso alle informazioni, si apre uno spazio per un cambiamento di paradigma, annunciando l’alba di nuovi diritti. Così, il panorama legale subisce una profonda trasformazione, portando alla conceptualizzazione e alla codificazione dei diritti digitali e della cittadinanza digitale. Questo spostamento paradigmatico mira sia a facilitare che a regolare l’accesso alle informazioni online in modo non solo sicuro, ma anche trasparente.

Con ogni passo nell’avanzamento tecnologico, il richiamo chiaro e forte per un quadro normativo riveduto diventa sempre più evidente. L’avvento dell’iperconnessione, epitomizzata dall’arrivo della tecnologia 5G, insieme alla proliferazione della raccolta di dati attraverso dispositivi Internet delle cose (IoT), e il successivo analisi tramite l’analisi dei Big Data, necessita di una ricalibrazione delle norme giuridiche. Inoltre, l’utilizzo del Edge Computing per l’elaborazione dei dati accentua ulteriormente l’urgenza di regolare il flusso di informazioni, garantendo così la preservazione dei diritti individuali in mezzo al maelstrom digitale.

Nel contesto storico dell’evoluzione dei diritti digitali, è fondamentale comprendere il loro legame con i principi sanciti nella Dichiarazione Universale dei Diritti Umani, promulgata dalle Nazioni Unite, e la loro trasposizione nel mondo online. Questi diritti rappresentano essenzialmente un’estensione dei diritti umani fondamentali, mirati a garantire l’accesso a Internet e ad evitare la cosiddetta frattura digitale, promuovendo un utilizzo adeguato della rete come patrimonio comune appartenente all’intera umanità.

Tuttavia, la mancanza di un consenso internazionale oltre una risoluzione sui diritti umani su Internet ha portato ogni paese a sviluppare la propria Carta dei Diritti Digitali. Nonostante ciò, organi sovranazionali come l’Unione Europea (UE) stanno proponendo un quadro comune, almeno per quanto riguarda il diritto alla protezione dei dati personali. Ad esempio, il Regolamento Generale sulla Protezione dei Dati (GDPR), entrato in vigore nel 2018, obbliga i paesi membri sia a preservare i dati personali dei cittadini che a consentire il libero movimento dei dati. Negli Stati Uniti, al contrario, non esiste una legge federale sulla protezione dei dati e ogni stato applica regolamenti diversi.

Attualmente, sono più di 120 i paesi nel mondo che hanno qualche forma di legislazione per proteggere i dati personali e garantire l’accesso alle informazioni su Internet. Nel 2022, la Commissione Europea ha emesso una Dichiarazione sulla protezione dei diritti dei suoi cittadini nel mondo digitale, che copre i diritti di tutti i cittadini europei, sottolineando così l’importanza crescente dei diritti digitali nel panorama internazionale.

 

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