La nuova fase di Governo – L’Esecutivo di Mario Draghi tra la necessità di imprimere una svolta e le difficoltà di fare sintesi tra forze politiche molto diverse

0
499
Il Presidente Sergio Mattarella in occasione dell'incontro con alcune scolaresche delle Scuole primarie (foto di Francesco Ammendola - Ufficio per la Stampa e la Comunicazione della Presidenza della Repubblica)

Michele De Leo – Il passaggio di consegne tra Giuseppe Conte e Mario Draghi e il giuramento del nuovo Governo segnano l’avvio di una nuova fase politica dell’attuale legislatura. Il nuovo Esecutivo nasce con un’ampissima maggioranza, anche se non  mancano gli scontenti: Fratelli d’Italia si conferma all’opposizione, ma anche numerosi parlamentari del Movimento Cinque Stelle hanno manifestato il proprio malcontento per il Governo Draghi e – tuona la senatrice Barbara Lezzi – sarebbero pronti a non votare la fiducia. Del resto, l’Esecutivo appena varato rappresenta una sconfitta sonora per il Movimento Cinque Stelle, a cominciare dalla riduzione dei propri rappresentanti rispetto ai precedenti Governi passando per la presenza della Lega e di Italia Viva, fino alla nomina di alcuni tra i rappresentanti che i pentastellati hanno ammesso di voler combattere fin dal loro avvento nell’agone politico. La linea di separazione, tra il voto di fiducia per assicurare il sostegno ad un Governo di unità nazionale fondamentale e favorire il rilancio del Paese dopo una fase di emergenza e il voto di fiducia per mantenere inalterato il potere e conservare le poltrone, resta sottilissima. Il nuovo Esecutivo, però, sembra scontentare anche molti tra coloro che auspicavano un cambio di passo radicale: nonostante un evidente incremento della qualità, il sostegno di forze politiche molto diverse tra loro e la presenza di ex Ministri come Renato Brunetta e, soprattutto, Mariastella Gelmini che non hanno lasciato una traccia assai positiva del loro passaggio al Governo del Paese, alimentano non pochi dubbi. Sarà complicato trovare una mediazione tra chi mette in discussione il Reddito di cittadinanza ed il Movimento Cinque Stelle che lo considera elemento imprescindibile per una presenza in maggioranza. Alla stessa maniera il confronto sulla Flat Tax e su Quota 100 ma, soprattutto, sull’utilizzo delle risorse del Recovery Fund e il ricorso al Mes. Il neo Premier Mario Draghi è chiamato ad un’opera assai complicata, in primis di mediazione: la sua esperienza potrà rivelarsi assai utile per evitare scintille sin dai primi giorni di mandato che, a lungo andare, rischiano di provocare una rottura insanabile.