La Margherita chiude beccando Pionati, gli incoerenti e la Provincia

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Un parterre d’eccezione al Paladelmauro. Sul palco: il sindaco di Avellino Pino Galasso, il coordinatore cittadino Enza Ambrosone, il coordinatore provinciale Domenico Covotta, i candidati Rosetta Casciano, Pina Gambacorta, Franco Maselli, Antonio Maccanico, l’assessore regionale Enzo De Luca, il capogruppo Mario Sena, il consigliere regionale Luigi Anzalone, il capogruppo provinciale Giuseppe De Mita, il segretario organizzativo Carmine De Blasio, il responsabile del settore giovani Pasquale D’Onofrio, l’on. Ciriaco De Mita, il senatore Nicola Mancino, il sindaco di Napoli Rosa Russo Iervolino, il vice presidente della Regione Campania Antonio Valiante e l’on Iannuzzi. Dopo il saluto di Galasso, Ambrosone, Covotta è stato il sindaco di Napoli, Iervolino a sollecitare la mobilitazione contro “… l’assurdità delle proposte del governo Berlusconi. Il Presidente del Consiglio ci ha regalato l’ennesimo strafalcione: l’abolizione dell’Ici. La sua è una politica delle illusioni, quella dell’Ulivo invece, la politica della concretezza. Dobbiamo rispondere al nostro elettorato non a Berlusconi”. Poi, Mancino con stilettate ai ‘comizi’ del centrodestra: “Non abbiamo mai archiviato il movimento popolare che affonda le radici nel nostro passato. Se per la destra tutto è scomparso, compreso il fascismo, per quale motivo dovremmo ritenere che nel centrosinistra ci sia uno stantio retaggio del comunismo? Saremo intransigentemente contrari a coppie omosessuali. Non si può – precisa Mancino – non tener conto delle encicliche, della Chiesa”. Il candidato al Senato non manca di ringraziare il mondo giovanile che si è risvegliato. “Che esige la politica. Che insieme agli altri elettori si unisce allo slogan: chi vota Margherita vota Ulivo, chi vota Ulivo vota disaggregando Margherita”. E ancora. “E’ il ritorno all’egoismo territoriale che archivia la grande solidarietà di cui fu artefice Alcide De Gasperi. L’Europa è in ginocchio perché non possiamo dire che l’Italia si è assestata. Noi abbiamo indebolito, con la nostra politica estera l’Europa, diventando un’Italia in declino”. E poi un ritorno al sentimentalismo: “Il cuore batte Irpinia. Non ho difficoltà ad ammettere che dopo otto consultazioni elettorali nel collegio di Avellino mi attraversa un’emozione particolare. Nel lontano 1996 cominciammo proprio da qui insieme a Maccanico e Napolitano un’avventura diversa che ci vide vincitori in tutti e sei i collegi dove eravamo candidati”. Infine, De Mita con bordate sottili alla politica firmata centrodestra ma anche e soprattutto con riflessioni su programmi e obiettivi targati Margherita. Il leader del Fiorellino Ciriaco De Mita non lascia spazio alla gestione Berlusconi ma parla di progetti e di rinnovamento della classe dirigente. Un rinnovamento che non ha età ma intelligenza. Accolto dagli applausi del Paladelmauro, De Mita ha ringraziato i giovani: “Siete stati voi i protagonisti di questa campagna elettorale. Il futuro della politica è la speranza. La domanda è nel cuore della gente… L’investitura non è mandato senza regole, ma un mandato a fare qualcosa. Torno ad Avellino quale rappresentante di Avellino. Torno qui – ha continuato De Mita – perché qui si è consumata una delle più grandi esperienze della comunità meridionale”. Immediato poi il riferimento alla legge elettorale. “Non è anomala. Anomalo è il sistema come la campagna elettorale. Non c’è un candidato che non parli di rinnovo della classe dirigente. Non si rinnova né per età né per sesso. Né per desiderio ma per intelligenza, per capacità. Invece nella nostra provincia la battaglia elettorale si affida a questo minuetto”. Arriva l’ennesima bordata. “L’opposizione ha cancellato, prima che cominciassero a diventare qualcosa, le aspirazioni di Gargani e Iannaccone”. Ma l’affondo di De Mita tocca anche Francesco Pionati “… che parla tanto di coerenza… ma la sua dov’è? Che torni a fare il giornalista. Entra da democristiano alla Rai. Poi con Tatarella e poi con Casini invece di Follini”. Beccando sempre Pionati sui temi della famiglia, De Mita ha evidenziato che “…i valori della fede non sono trasferiti per norma”. Sul tema della politica: “Ricostruiamo l’unita del Paese perché Berlusconi ha creato lo scontro “sui pretesti” che stanno mutando quadro al processo democratico della politica. C’è troppa personalizzazione”. Sulla politica estera: “Il Governo ha rotto l’unità europea – rischiamo di essere fuori dal processo che i maggiori Paesi tentano di guidare. Con questo governo la crescita è bloccata: essa è possibile solo con l’unità del Paese”. Sui fatti di casa nostra, intervenendo su Bondi: “Loro (Forza Italia, ndr) promettono la liberazione dell’Irpinia: se io e te – rivolgendosi a Mancino – andassimo a Milano con chi se la prenderebbero?”. Ancora su Pionati: “Vuole liberare la provincia dai poteri che soffocano. Il potere in provincia esiste solo perché noi, classe dirigente, abbiamo rifatto il Partito Popolare. Gli altri sono andati a conquistare la libertà e… sono morti”. Poi si sofferma su Ortensio Zecchino definendolo “disinvolto nella ricostruzione storica. La politica non è la storia delle persone, è la storia che unisce le persone. Come fa a dire che in Forza Italia e nel centrodestra c’è il Partito Popolare?”. Il coordinatore regionale della Margherita ha definito i rappresentati del centrodestra (specie quelli irpini, ndr) come i campioni dell’incoerenza: “Questi camminano ritenendo di essere vivi e sono morti”. Poi rifacendosi al problema dell’organizzazione del partito e dei rapporti all’interno degli enti la stoccata sulla Provincia: “L’istituzione Provincia così come è non va. Deve riordinare i processi: noi dobbiamo recuperare i ritardi e solo noi (la Margherita, ndr) possiamo recuperare”. Infine: “La storia di questa provincia è anche la nostra Storia. Siamo ancora noi e noi riusciamo a cogliere e segnalare le difficoltà. La Margherita ha rappresentato la speranza e noi la faremo rinascere in Irpinia, in Campania e nella Nazione”. Insomma, una Margherita apparsa in forma con i suoi uomini migliori. La sfida ancora una volta è stata lanciata…. Il 9 e il 10 aprile, la risposta dei cittadini.

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