La “Lectio Magistralis” di Conte: le forze progressiste combattano per il futuro della democrazia

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BAIANO- Il futuro della democrazia in Europa passa per la capacità di combattere sul terreno di una contronarrazione rispetto al potere delle lobby economiche da parte delle forze progressiste. E’ la conclusione a cui e’ giunto al termine della sua “Lectio Magistralis” a Baiano il leader del Movimento Cinque Stelle Giuseppe Conte, ospite della Scuola di Educazione politica della Federico II, animata dal professore Franco Vittoria con una serie di appuntamenti, al Teatro Colosseo.
Dopo aver lungamente analizzato le patologie della democrazia, in particolare quelle che derivano dal potere economico, lobbistico e tecnocratico in Europa e nel mondo, Conte, ricordando le parole del sociologo e politologo britannico Colin Crounch, nella sua opera”Postdemocrazia”: “Nelle condizioni in cui la postdemocrazia cede sempre maggior potere alle lobby economiche, è scarsa la speranza di dare priorità a forti politiche egualitarie che mirino interessi più potenti”. Qui c’è quella che Conte, riferendosi al pensiero tedesco rappresenta “il nodo di svolta della nostra vita Democratica, per il nostro futuro”, ovvero: “Dobbiamo raccogliere le forze, dobbiamo elaborare un pensiero, dobbiamo offrire una visione. Non possiamo fare come adesso si sta facendo in Europa, in cui si va più o meno consapevolmente in modo acquiescente, si segue questo flusso, questa corrente non ci si rende conto che invece è il momento di costruire una contronarrazione, oggi non ci basta più appellarci a Ventotene, lo dico molto francamente, oggi bisogna combattere”. E per Conte “Il terreno su cui combattere concretamente e la sfida maggiore e’ per le forze progressiste”. Perche’ ricordando le parole di Crounch “la vocazione di una forza autentica progressista e’ operare la ridistribuzione della ricchezza , far rispettare il conflitto di interessi, affermare il principio di legalità, i valori di uno Stato costituzionale di diritto a tutte le latitudini a tutte le longitudini per seguire la giustizia sociale. Le forze di destra tradizionalmente si accomodano. Lo dimostrano tutti i passaggi storici più significativi in cui hanno avuto la possibilità, ovviamente di governare una nazione un Paese. Per una forza progressista no. Una vera, autentica forza progressista nel suo Dna deve operare assolutamente per contrastare i centri di potere, per evitare che i processi decisionali siano inquinati dalla opacità dalla influenza di queste forze economiche e soverchianti, in un contesto in cui c’è un concentrato di ricchezza, di potere economico politico, potere di conoscenza soprattutto tecnocratica. Dobbiamo contrastare tutto questo. Nel DNA di una forza progressista non c’è il mito della forza, il mito del potere, il mito della gerarchia, abbiamo l’obiettivo sano e autentico di garantire a tutti i cittadini. soprattutto a quelli che non hanno nessuna possibilità e partono a condizione di svantaggio, di potersi sentire protagonisti del consorzio civile”. Conte ha citato l’articolo 3 “della nostra Costituzione, che per me è l’articolo più bello. Che non solo richiama l’eguaglianza formale, ma anche l’eguaglianza sostanziale, al secondo comma. Ci dobbiamo impegnare per rimuovere tutti gli ostacoli. Per favorire positivamente tutti gli strumenti da mettere a disposizione di chi rimane indietro, di chi non ce la fa, di chi ha difficoltà di partenza, di chi ha difficoltà nel corso di attuazione della propria vita personale e professionale. Dobbiamo fare in modo che si possano sentire tutti i protagonisti di una comunità Nazionale, in un clima di solidarietà, in un clima di reale giustizia ed eguaglianza”. Il vero spartiacque per Conte, cio’ che distingue la democrazia da qualsiasi altro tipo di governo e’ il rispetto per l’uomo.