La Città Ospedaliera apre le porte della Rianimazione a parenti ed amici. “Passiamo dal curare al prenderci cura”

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Alfredo Picariello – La Città Ospedaliera apre le porte della Rianimazione a parenti ed amici. E’ una delle tappe principali della rivoluzione dell’assistenza messa in atto dal nosocomio avellinese e che punta alla qualità e all’umanizzazione delle cure. Un percorso che parte da lontano, più di un anno fa con l’impegno e la dedizione dell’allora Direttore Sanitario Maria Concetta Conte, oggi direttore sanitario dell’Asl di Benevento. “La Rianimazione è il cuore pulsante dell’ospedale – sottolinea il Direttore Generale dell’Azienda “Moscati”, Renato Pizzuti – . Possiamo affermare con orgoglio che il nostro reparto è uno dei migliori in Campania”.

Dal prossimo anno, la fascia oraria di accesso per le visite in terapia intensiva è stata allargata. Fino al 31 dicembre resta invariata – dalle 10 alle 12 del mattino e dalle 15 alle 19 del pomeriggio – ma dal primo gennaio sarà dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 21.

“Cambia totalmente la filosofia – afferma il Responsabile dell’Unità Operativa di Anestesia e Rianimazione, Angelo Storti -. Passiamo dal curare al prenderci cura, finalmente l’ammalato è messo al centro, diamo maggiore importanza alla sua individualità. Essere meno isolato ed avere i parenti al suo fianco, rende il nostro paziente meno stressato. In automatico, anche i familiari saranno meno ansiosi. Tutto ciò agevola anche il nostro lavoro. A volte, dimentichiamo che il ricovero in rianimazione, anche se breve, può essere il passo verso un lungo percorso di malattia che cambia il corso di vita del paziente e della sua famiglia. Evitiamo, dunque, le barriere funzionali, fisiche e relazionali, dando la possibilità ai parenti di entrare nel reparto. Questo apporta sicuramente dei benefici nella persona ricoverata, cosa che è stata studiata e che è scientificamente provata. Non c’è nessuna possibilità di aumento delle infezioni, quindi il contatto diretto tra paziente e parente va molto bene”.

Ovviamente, ci sono comunque delle indicazioni da seguire, oltre il rispetto degli orari. E’ obbligatorio, ad esempio, l’accurato lavaggio delle mani che dovrà poi essere ripetuto prima dell’uscita dal reparto.

“I parenti potranno parlare molto di più con l’ammalato – dice ancora Storti – ed avere un rapporto più costruttivo non solo con il personale medico ma anche con gli infermieri. Ci sono anche gli psicologi a supporto. Come dicevo, è una filosofia totalmente nuova, l’ammalato è al centro di tutto”.

“E’ sicuramente una prima tappa verso l’umanizzazione delle cure, un passo in avanti molto significativo”, sostiene Pizzuti. “Quando il dottore Storti ci ha proposto i cambiamenti, siamo rimasti entusiasti. A volte in Rianimazione ci sono casi davvero disperati e rendere il reparto accessibile ai parenti è una cosa molto importante”.

La sfida dell’umanizzazione è lanciata e vede l’ospedale molto compatto nel perseguirla. Stamane in conferenza stampa c’erano anche il Direttore Sanitario, Rosario Lanzetta, il Direttore Amministrativo, Germano Perito, il capo dipartimento dell’emergenza, Antonio Medici, la caposala dell’U.O. Di Anestesia e Rianimazione, Gaetanina Sesa, il Direttore dell’U.O. Di Ostetrica e Ginecologia, Elisiario Struzziero, l’anestesista Angelo Buglione.

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