La banda delle truffe dei finti carabinieri sgominata da quelli veri: un colpo tentato anche ad Avellino

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AVELLINO – Il sedici settembre scorso a casa sua, di una novantunenne di Avellino, si era presentato un finto maresciallo dei Carabinieri, che era in realta’ uno dei “trasfertisti” della banda che da Caivano organizzava truffe agli anziani in tutta Italia. Questa mattina i Carabinieri, quelli veri, lo hanno tratto in arresto per la partecipazione ad una banda che dall’area nord di Napoli agiva in tutta Italia. Auto noleggiate, spesso minori usati per le trasferte per recuperare soldi o preziosi per indennizzare o risarcire un grave incidente provocato dai familiari dell’anziana presa di mira o un pacco postale indirizzato ad un figlio. A gestire le chiamate alle vittime da appartamenti “appoggi” erano i vertici dell’organizzazione sgominata dai Carabinieri del Gruppo di Castello di Cisterna coordinati dalla Procura di Napoli Nord guidata dal Procuratore Maria Antonietta Troncone. Associazione a delinquere finalizzata alla truffa e all’ estorsione ai danni di anziani e una serie di reati fine collegati ai singoli episodi. E’  l’accusa alla base della  misura cautelare per 15 persone eseguite dai carabinieri di Caivano. Il provvedimento, emesso dal gip di Napoli Nord su richiesta della Procura, ipotizza per gli indagati l’associazione per delinquere finalizzata alla commissione di rapine, truffe ed estorsioni ad anziani. Ventidue gli indagati.
La misura cautelare coercitiva dispone per otto indagati il carcere, mentre quattro sono agli arresti domiciliari e tre destinatari della misura dell’obbligo di dimora.  I colpi sono avvenuti in Campania nei comuni di Sparanise e Lusciano, nel Casertano, quindi a Napoli e nei comuni dell’hinterland di Casoria, Caivano, Giugliano in Campania e Marano, ad Avellino e Salerno, poi a Milano, Pesaro, San Giovanni Lupatoto (Verona), San Severino Marche e Novara; ma i carabinieri sono riusciti a sventarne anche una trentina, arrestando diversi truffatori in flagranza e recuperando soldi e gioielli per quasi 200mila euro.

IL COLPO AD AVELLINO

Dalle intercettazioni eseguite a carico degli indagati i Carabinieri hanno ricostruito quanto avvenuto il sedici settembre scorso. Il centralinista contatta il ttasfertista che gli indica la zona di Avellino per colpire, perche’ si stava recando li’. Cosi’ viene individuata una novantunenne a cui si propina la classica truffa dell’incidente. Con milleottocento euro avrebbe potuto salvare suo figlio che aveva causato un grave sinistro stradale. E avrebbe dovuto consegnarli ad un incaricato. Ovvero il trasfertista, che pero’ aveva sbagliato porta, allertando cosi’ una vicina, che insospettita e comprendendo che era una truffa, aveva minacciato di chiamare il 112. Cosi il colpo era sfumato. Per questo episodio viene contestata la tentata estorsione. Questa mattina alle porte dei componenti della banda hanno bussato i Carabinieri veri, quelli del Gruppo di Castello di Cisterna ed hanno eseguito le misure cautelari.