It’s a Long Way to the “Congress” (If you Wanna Rock’n Roll)

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Pasquale Manganiello “E’ lunga la strada per il successo” – cantavano gli Ac/Dc.

“E’ lunga la strada per il Congresso” – oggi canta, invece, la band irpina del Partito Democratico. Una strada lunga, tortuosa e che parte da lontano.

Precisamente da Gennaio 2016, quando Carmine De Blasio annunciò le sue dimissioni con un discorso pieno zeppo di “sfiducia”. Tutti auspicavano il Congresso subito dopo il tesseramento di Febbraio. Poi sopraggiunse il Direttorio e lo spauracchio “Amministrative”. Eh no, non puoi fare l’adunata del popolo Pd prima di un appuntamento elettorale. Meglio dopo, “facciamolo in estate”. Intanto negli Enti di Servizio e sui palchi delle Comunali si consumavano alleanze e giochini di potere che con Via Tagliamento e quello che dovrebbe rappresentare c’entravano davvero niente. “Poco male” – direbbero i nostri musicisti.

L’estate arriva ma fa troppo caldo e poi l’aria profuma della battaglia delle battaglie, quella del Referendum che incombe e che rapisce i pensieri di ogni capibastone renziano che si rispetti. Niente Congresso, si farà dopo il Referendum. L’esito della battaglia è sanguinoso, una batosta metal indimenticabile ed allora quel che sembrava ormai seppellito nella memoria piddina ritorna in auge: e’ tempo. A fine Marzo 2017 si eleggerà il nuovo segretario provinciale.

C’è una scissione, Renzi decide che abbandonare la politica è una delle tante promesse che non manterrà, si fissa la data delle primarie nazionali con sfidanti Emiliano ed Orlando, si apre alle adesioni online e ad Avellino parte la presunta Opa sul tesseramento. Duemila, mille ed alla fine 500 iscrizioni online fanno tremare i vertici del Partito che già pregustavano un tranquillo Congresso unitario. Si fa un gran casino, forse per nulla, ma il Congresso è ancora solo una piccola luce in fondo al tunnel. Marzo va a farsi benedire, Aprile aspetta come un albergatore di Maratea attende l’estate. Accorpare il congresso straordinario provinciale alle Primarie nazionali il prossimo 30 aprile? Non è ancora dato saperlo.

Ma, in fondo, perchè non rimandare? Tra poco ci sono le Amministrative.

Intanto l’area del sottosegretario De Caro e quello della presidente D’Amelio si studiano. Famiglietti quest’oggi afferma che vorrebbe un Congresso aperto ma che, tutto sommato, l’idea di una segreteria unitaria non gli dispiace. Un Congresso unitario ma aperto. Aperto ma unitario. Non l’ho capita. O forse voleva dir questo: “Facciamolo come diavolo volete pur che si faccia.” Ma alla fine, a quanto pare, si decide a Roma.

Certo è che a quel poco di militanza Pd che è rimasta in Irpinia, quella parte di Pd sana che nel progetto di Renzi e di questa comunità democratica crede ancora, una risposta andrebbe data. Una risposta data da uno scontro, anche duro, sulla idea stessa di partito, sulle iniziative da mettere in campo a livello provinciale, sul modo stesso di vivere questa comunità, che nonostante le problematiche enormi resta ancora numericamente importante. Un altro “concerto” farsa ce lo risparmino.

Vietato lo stage diving. Per gli autografi dopo.