Renato Spiniello – “La invidio giudice, lei sarà il primo dopo 25 anni a emettere una parola di giustizia per i lavoratori”. Così il procuratore capo di Avellino Rosario Cantelmo durante le requisitoria all’udienza preliminare del processo su Isochimica, la fabbrica dei veleni di Borgo Ferrovia che proprio qualche giorno fa ha ma mietuto la sua 26° vittima.
Quella parola potrà, dopo anni di udienze, essere finalmente emessa a breve, perché la fase istruttoria del processo si avvia verso la conclusione. Altre due udienze prima di ultimare l’escussione di tutti i teste citati, tra cui quella del 23 novembre (data tra l’altro del 38esimo anniversario del sisma del 1980), in cui verrà escusso nell’Aula bunker di Poggioreale il consulente Giovanni Auriemma, incaricato dall’accusa di redigere la perizia relativa ai danni ambientali prodotti dall’attività dell’ex opificio di Elio Graziano e degli interventi di sicurezza.
La Procura ha inoltre rinunciato a ben 37 testimoni citati, molti dei quali ex operai, a eccezione di uno che entrerà in Aula probabilmente per l’udienza di dicembre, proprio per dare un’accelerata al processo. Rinuncia, quest’ultima, accolta dal Tribunale.
Oggi, tra gli altri, è stata ascoltata la signora Rosaria Azzarello, moglie di Michele Aversa, ex operaio a sua volta ascoltato il 28 aprile 2018. Entrambi si sono ammalati a causa dei veleni della fabbrica della morte. La Azzarello addirittura senza mai entrare a Borgo Ferrovia, ma semplicemente lavando i panni del marito dipendente di Isochimica Spa dal settembre 1983 al 15 gennaio 1989.
E’ la prima volta al processo che si parla di patologie asbesto-correlate non tra i lavoratori bensì tra i familiari e dunque da persone non direttamente esposte ai veleni.