Avellino – Assetti che si sgretolano e si ricompongono. Alleanze che si distruggono e unioni frutto delle circostanze o di più lunga durata. L’Irpinia delle urne 2009 per forza di cose comincia a delineare assetti e ricomporre equilibri per giungere preparata ad un appuntamento che potrebbe riservare sorprese. Un primo assaggio si è già avuto con le Politiche 2008 quando la provincia avellinese ha smentito per sommi capi la sua identità di centrosinistra ed ha operato una inversione di rotta verso l’opposto versante. Una tendenza a tratti inaspettata e sotto altri aspetti presumibile. Le urne saranno dunque l’atteso banco di prova per confermare o smentire le inclinazioni dei cittadini e, perché no, dei diretti interessati. E sono proprio loro a tenere col fiato sospeso il ‘popolo sovrano’. Se la Provincia cade, le feste impazzano, se l’Alto Calore cambia dirigenza le alleanze mostrano la loro storica estemporaneità.
In casa Pd il clima è arrugginito e la forza vacilla. Dopo le dimissioni di Gerardo Adiglietti ed altri componenti dal direttivo e le precisazioni di Franco Maselli, dimessosi per Statuto, arrivano ancora venti contrari. Nel ‘mirino’ dei ‘contestatori’ sembra finire senza sosta la ‘gestione’ del partito di via Tagliamento che oltre alla vecchia sede si è riappropriato anche di antichi e reconditi dissapori. Lello De Stefano, lettiano per eccellenza, ha invitato il segretario provinciale alla svolta. “Occorre mettere da parte vecchi schemi e rivendicazioni. Il Pd deve parlare alla sua terra e alla sua gente”. Lo stesso malessere è stato registrato da Franco Lo Conte che dopo essere approdato al Pd dall’ormai lontana sponda dell’Udeur si dice pronto a lasciare anche questo lido “perché deluso” e pronto ad approdare verso posizioni di avvicinamento alle posizioni demitiane.
Oggi inizia la prima festa provinciale a Grottaminarda del partito di Veltroni tra veleni e distinguo. E’ il caso di affermare, “Se son rosette… fioriranno, altrimenti fioroni”. Tempo di aperture, invece, sul versante Pdl dove le attuali posizioni confermano una tendenza da molti già compresa in seguito al crollo di Palazzo Caracciolo.
Il neo senatore Cosimo Sibilia non sembra voler disdegnare un ‘matrimonio’ (o dico, che dir si voglia) con l’infaticabile Ciriaco De Mita che, piaccia o no, mantiene ancora i fili di buona parte della dirigenza locale. Una percettibile apertura anche da parte del ‘tenace” Franco d’Ercole che, secondo le sue ultime dichiarazioni, sembra esser sceso a più miti consigli ma “a patti e condizioni”.
Chiara e ormai ufficiale la posizione di Sinistra Democratica che, pur non sostenendo l’operato di Pino Galasso, chiarisce la netta contrapposizione ai Popolari dell’Udc.
Frantumazioni poi all’interno dell’Udc di Francesco Pionati dove il commissariamento non sembra aver giovato agli equilibri interni dello scudo crociato.
Astri nascenti, poi, i Popolari del Pdl guidati dall’irpino Pasquale Giuditta allo stato con poche truppe al seguito. In fase di costruzione i partiti che fanno capo a Gianfranco Rotondi e Arturo Iannaccone. Insomma, al momento tanti tasselli di un puzzle ancora in via di definizione. Nulla è certo e non lo sarà fino alla fine.Per ora parlano in tanti e si agitano in molti. Le sorprese e gli abbandoni caratterizzeranno i mesi a venire e saranno molti e i soliti nomi a concorrere alla prossima lotteria delle elezioni, comunali e provinciali ed europee. Per tutti i contendenti comunque la strada è in salita e sono ancora tante le tappe da percorrere per la vittoria finale. Una cosa è certa: gli sgambetti saranno all’ordine del giorno. E’ finito il tempo del “volemose bene”!
Redazione Irpinia
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