In passato culla di grandi registi come Ettore Scola e Sergio Leone, l’Irpinia può dare ancora tanto al mondo del cinema. Quaranta, e oltre, anni di storia cinematografica – e grandi nomi nati proprio tra le sue verdi colline – hanno poi un valore intrinseco tale da scavare un solco profondo che l’Irpinia Film Commission sta cercando di seguire guardando al futuro con un nostalgico retrogusto di consapevolezza.
L’associazione, promossa dal presidente Carmine Caracciolo e dal regista Roberto Flammia, ha come claim quello di attrarre nella nostra terra le produzioni cinematografiche e audiovisive italiane ed estere. Un progetto ambizioso che ha compiuto i primi passi già a Cannes, per avere poi seguito nella mattinata di ieri durante la 73° Mostra del Cinema di Venezia.
“Dopo Cannes, il capoluogo ligure rappresenta per noi un arrivo ideale – ci spiega Caracciolo al termine della conferenza stampa presso il Padiglione Italia – Sondato il mercato internazionale ci tenevano a fare lo stesso per quello italiano. Il nostro è un campo molto agguerrito: ci sono Film Commission che investono molto, tuttavia il nostro ente può garantire alle produzioni un netto risparmio. Alloggi gratuiti e vitto a condizioni stracciate sono punti su cui fare leva, soprattutto se a questo aggiungiamo le bellezze naturali e paesaggistiche della nostra terra.”
Motivazioni che hanno permesso all’associazione di stringere i primi accordi per portare piccole produzioni nella provincia irpina, come alcune scene de I Ditelo Voi/Gomorroidi.
“Percorrere questa strada darebbe grande risalto alla nostra terra – continua il produttore – Cannes e Venezia sono letteralmente prese d’assalto dai fan per strappare un selfie con il proprio attore preferito. Non si può prescindere dal prodotto televisivo per un rilancio, anche turistico, di un territorio”.
In pre-produzione anche un rilettura moderna della figura del Principe Carlo Gesualdo, progetto di cui si è discorso nella mattinata di ieri a Venezia, insieme all’argomento clou della conferenza, ovvero quello di raccontare l’Irpinia a chi la riconduce unicamente al terremoto.
“Il sisma dell’80 è un etichetta che la nostra terra stenta ancora a scollarsi di dosso. Ma più che a raccontare l’Irpinia abbiamo preferito mostrarla attraverso le immagini di sfondo alla nostra conferenza. Le riprese, con l’ausilio di droni, selezionate dal regista Roberto Flammia sono state eccezionali, hanno evidenziato al massimo quelle caratteristiche che rendono la provincia avellinese molto simile alla Scozia e all’Irlanda. Location selezionate da produzioni cinematografiche internazionali e che queste ritroverebbero in Irpinia minimizzando notevolmente sui costi.
Il cinema è un ambiente molto chiuso, difficilmente si può fare breccia tra le sue mura. Noi ci stiamo provando grazie alle conoscenze maturate sul campo in questi anni. E’ necessario seminare giornalmente e coltivare quei rapporti con le produzioni leader sul mercato e spiegare loro, con credibilità e dati alla mano, che si può investire sull’Irpinia. Bisogna puntare sul budget, sul risparmio e ovviamente sulle location. Scenografi di fama nazionale sono rimasti ammaliati dalle nostre terre, da quelle risorse naturalistiche e architettoniche – come il Goleto o il Castello di Gesualdo – disseminate sul nostro territorio”.
di Renato Spiniello.
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