Irpinia e 8 marzo, altro che quote rosa: solo sei sindache in provincia

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Renato Spiniello8 marzo, quel giorno nel 1908 – in realtà era il 25 marzo – 146 lavoratori (123 donne e 23 uomini) morirono nel rogo della fabbrica Triangle; da quell’episodio si decise di dedicare una giornata internazionale alla donna per porre fine a ogni discriminazione e aumentare gli appoggi a una piena e paritaria partecipazione del gentil sesso alla vita civile e sociale del paese. Venne stabilita che quella data fosse l’8 marzo, visto che negli anni ’70 era già diventata usanza diffusa in diverse parti del mondo.

Oggi, a più di un secolo di distanza, questo schema paritario non esiste a tutti i livelli, anche se l’importanza dell’altra metà del cielo è accresciuta in molti campi ma non ancora in quello politico. Se si prende l’Irpinia come esempio, su 118 province appena 6 amministrazioni comunali sono rette da una sindaca.

Le prime cittadine d’Irpinia sono Teresa Anna Di Capua (Bagnoli Irpino), Maria Teresa Lepore (Lapio), Maria Antonietta Belli (Montefalcione), Mariateresa Fontanella (Sorbo Serpico), Annamaria Oliviero (Torrioni) e Stefania Di Cicilia (Villamaina).

Una percentuale bassissima di sindache che supera di poco il 5% e che lievita leggermente se si considerano le tre gestioni commissariali dei comuni di Luogosano, Ariano Irpino e Quadrelle, rette rispettivamente dalle Commissarie Prefettizie Maria Antonietta Cava, Silvana D’Agostino e Franca Fico.