La Rsu unitaria della Irisbus della Valle Ufita scrive alle segreterie dei sindacati. “Considerato che nel 2012 si sono venduti in Italia più di 1000 veicoli contro i 6000 della Francia e i 4400 della Germania, che il parco veicoli italiano sconta una età media di circa 4 anni superiore alla media Europea. – si legge – Considerato che secondo uno studio delle regioni solo 1 veicolo su 4 di quelli tutt’ora circolanti rispetta le norme antinquinamento. La crisi che il comparto bus sta vivendo da troppi anni e che ha determinato ultimamente la chiusura di diverse realtà produttive del settore, prima o poi si attenuerà facendo così emergere la carenza di nuovi autobus in un parco circolante obsoleto e poco aggiornato alle normative sulla mobilità ecosostenibile. In questa ottica i lavoratori di Flumeri esprimono la volontà di proseguire sulla stessa strada delineatasi durante questi due anni di crisi non rinnegando le professionalità le capacità e la vocazione delle persone e di un territorio. All’ultimo tavolo ministeriale tenutosi il primo agosto è emersa la volontà dei tecnici governativi di vagliare sia la creazione di un polo unico per la costruzione di bus con la BredaMenarinibus (anch’essa in crisi), sia la possibilità di utilizzare lo stabilimento per revamping (l’aggiornamento dei vecchi autobus circolanti). Per dare gambe a questi buoni propositi è necessario farsi sentire e l’unico mezzo che i lavoratori hanno per rendersi più visibili è scendere in piazza”.
Per queste ragioni le RSU della Irisbus insieme ai lavoratori e alle lavoratrici di Flumeri chiedono “… ai Segretari di categoria delle suddette Organizzazioni Sindacali di indire una manifestazione pro-Irisbus da effettuarsi nel mese di settembre, prima del prossimo incontro ministeriale. Non è stato facile delineare il percorso fatto dalla chiusura dell’Irisbus ad oggi, gli eventi hanno colto tutti impreparati e la strada si è dimostrata piena di imprevisti e disseminata di insidie, mettendo a dura prova la volontà di tanti. Ciò nonostante le scelte effettuate dalla RSU sono sempre state condivise dagli stessi suoi componenti e perciò dalla maggioranza dei lavoratori”.