Installata a Guardia Lombardi una nuova stazione sismica

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sismografo sisma terremoto
sismografo sisma terremoto

Nuova stazione sismica a Guardia Lombardi. E’ stata installata dai tecnici dell’Osservatorio Sismico ” Luigi Palmieri” di Pesco Sannita la stazione sismica telemetrata frutto di una apposita convenzione stipulata fra l’Osservatorio ed il Comune irpino, rappresentato dal Sindaco Antonio Gentile.

Oltre 40 le stazioni sismiche che l’Osservatorio acquisisce, a cui si aggiungeranno a breve ulteriori tre stazioni: una prima in provincia di Avellino, una in provincia di Caserta e l’ultima in provincia di Isernia. La rete dell’ Osservatorio Sismico ” Luigi Palmieri” spia il cuore del Sannio-Matese-Irpinia, ne ausculta i battiti, registrando tutte le anomalie, anche quelle meno appariscenti, misurando le emissioni di energia e gli spostamenti delle rocce in profondità fino in superficie.

Grazie alle innumerevoli stazioni dislocate dalla rete sul territorio si individuano così le aree con dinamica in atto, distinguendole tra quelle con dinamica ricorrente ovvero tra quelle con dinamica silente. Si cerca la conferma dell’attività di talune faglie, tenendo d’occhio quelle ferme da tempo, individuandone magari anche di nuove.

Le faglie sono fratture che tagliano i corpi rocciosi e lungo le quali questi ultimi si muovono, rilasciando quella energia meccanica che genera i piccoli ed i grandi terremoti dell’Appennino. E nella nostra area, nel Sannio in particolare, di faglie ce ne sono tantissime: alcune lunghe decine di chilometri orientate secondo la direttrice appenninica e responsabili dei grandi terremoti distruttivi registrati nel Sannio, quelli del 1139, 1456, 1688, 1732, 1805, 1930, 1962, 1980, tanto per citarne alcuni.

Altre faglie intersecano, invece, l’Appennino Sannita in senso trasversale e capaci di generare terremoti, in genere con emissioni energetiche più contenute. Il contesto appena accennato genera complessità strutturali non ancora completamente studiate.

Da qui l’importanza di una rete sismica locale che, nel medio-lungo periodo, può contribuire a chiarire le geometrie delle faglie, i rapporti reciproci, le energie in accumulo e quelle liberate: in una parola, a definire meglio la pericolosità sismica e, conseguentemente, a mitigarne il rischio.

I risultati di oltre un trentennio di attività (avviata bel lontano 1986, allora come oggi su base esclusivamente volontaristica) si concretizzano non solo nell’ampliamento della rete sismica, che si sviluppa oggi su una base a direttrice appenninica di 162 chilometri di lunghezza, necessaria per ottimizzare l’out-put dei segnali sismici registrati dall’intera rete sismica, ma comprendono anche il potenziamento ed il rinnovamento delle apparecchiature scientifiche e la contemporanea adozione di potenti ed aggiornati strumenti di calcolo, quali ad esempio quelli della Nanometrics Apollo Server e Apollo Project, oltre al sistema di acquisizione e autolocalizzazione Seiscomp3.