Misure antismog da Avellino all’hinterland. L’Arpac: “L’inquinamento non conosce confini amministrativi”

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Marco Imbimbo – «L’inquinamento ambientale non conosce confini amministrativi». La precisazione di Giuseppe Onorati, dirigente Arpac e responsabile del monitoraggio della qualità dell’aria, fa da premessa al tavolo istituzionale che si è tenuto al Comune di Avellino.

Un incontro voluto dall’assessore all’Ambiente, Augusto Penna, necessario a stilare un protocollo d’intesa per contrastare l’inquinamento ambientale. Obiettivo, questo, da raggiungere insieme ai comuni che confinano con il capoluogo. Oltre all’Arpac, infatti, erano presenti i rappresentanti dei 13 comuni che formano la prima cintura intorno ad Avellino, da Atripalda a Montefredane, fino a Summonte e Ospedaletto, passando per Mercogliano e Monteforte.

«La qualità dell’aria – spiega Onorati – dipende da due aspetti fondamentali: le emissioni di inquinanti in atmosfera e come questi si disperdono o ristagnano sul territorio. L’aria non conosce limiti amministrativi e si sposta a seconda delle condizioni meteorologiche. In questo senso non stiamo parlando solo di un problema a livello comunale».

Si tratta, dunque, di un argomento che riguarda più Comuni, anche se il ruolo principale lo recita Avellino perché «è il centro abitato principale e maggiormente contribuisce all’inquinamento – sottolinea Onorati. Sia direttamente perché c’è un numero maggiore di abitanti e sia perché è un attrattore per il territorio provinciale. Ci sono maggiori flussi di traffico e di conseguenza sono maggiori le pressioni ambientali». Il dirigente dell’Arpac sottolinea come siano fondamentali le misure di contrasto all’inquinamento prese dal comune capoluogo, ma al pari «questi interventi vanno concordati su un’area più vasta in modo da garantire effetti significativi».

Lo scopo dell’incontro è stato proprio quello di pianificare interventi congiunti per ridurre l’inquinamento. «Effetti concreti – spiega l’assessore Penna – possono esserci solo se vengono intraprese strategie e provvedimenti comuni».

La bozza di protocollo analizzata al tavolo e che diventerà operativa nel giro di due settimane, prevede tre campi d’intervento: divieto o riduzione di abbruciamento delle biomasse; interventi di riduzione della temperatura interna degli edifici; riduzione del flusso veicolare del traffico. «Il tutto registrando provvedimenti che siano comuni – spiega Penna. Anche l’Arpac ha confermato che i dati relativi alle centraline di Avellino si riferiscono a tutti i comuni limitrofi».

Di conseguenza eventuali sforamenti non sono un problema solo del capoluogo. «Quindi se questi provvedimenti antismog li intraprende solo Avellino sono inefficaci, la qualità dell’aria misurata dalla centralina riguarda tutti i comuni coinvolti».

L’intervento più significativo che dovranno mettere in campo i Comuni riguarderà quello della riduzione del traffico veicolare. «Ci concentreremo sulle categorie di auto che possono circolare – spiega Penna – ma non a livello di giornate ecologiche. Sulla scorta delle esperienze vissute, i blocchi alla circolazione in una parte limitata della città sono inutili. Allora l’idea non è bloccare il traffico, ma ridurre i veicoli abilitati a circolare e farlo per tutti i giorni, in base al grado di inquinamento. Man mano che aumenta la gravità della situazione, diminuiranno le categorie di veicoli che possono circolare».

In contemporanea ci saranno anche azioni a medio e lungo termine sulle politiche di trasporto pubblico, perché le misure da adottare dovranno riguardare sia il capoluogo che i comuni limitrofi, facendo una distinzione tra le tipologie di comunità.

«Le proposte – prosegue Penna – verranno tarate in base ai comuni, quelli con una specificità più urbana come Atripalda, Avellino e Mercogliano prenderanno provvedimenti più relativi alla diminuzione del traffico. Per altri che hanno una vocazione più collinare come Ospedaletto o Summonte, sarà inutile la limitazione della circolazione veicolare, mentre sarà più utile il divieto di abbruciamento».

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