Inquinamento falda a Solofra, gli atti alla Commissione Ecomafie. Proseguono le indagini

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emergenza acqua solofra
emergenza acqua solofra

Non solo Isochimica nelle dichiarazioni rese dal Capo della Procura di Avellino Rosario Cantelmo e dai suoi sostituti in occasione della serie di audizioni tenute lo scorso 21 ottobre a Napoli dalla Commissione Parlamentare bicamerale sulle Ecomafie.

Gli atti – resi pubblici (in parte) da qualche giorno – riportano all’attenzione della pubblica opinione il lavoro che i magistrati di piazza D’Armi stanno promuovendo da mesi nei riguardi della vicenda dell’inquinamento della falda acquifera nel montorese-solofrano, sul ciclo delle acque a Piazza Castello ad Avellino e sull’inquinamento atmosferico di Piazza Kennedy.

A due anni circa di distanza dallo scoppio del caso acqua al tetracloroetilene a Solofra, Cantelmo ha avuto modo di spiegare alla Commissione presieduta da Alessandro Bratti parlando delle varie inchieste: “Una riguarda Solofra, un comune in provincia di Avellino dove c’è un grosso insediamento di concerie e dove abbiamo una criticità molto seria per quanto riguarda acque e pozzi, con una conseguente importante compromissione delle falde acquifere, di cui vi parlerà il collega sostituto dottor Taddeo”.

Dunque, sulla vicenda ha relazionato (per la parte non sottoposta a segreto) Elia Taddeo, il pm che conduce le indagini: “Abbiamo fatto i sequestri. Il sindaco, dunque, assume un’iniziativa ritenuta imprudente anche da noi e dal gip, che ha convalidato: fa un emungimento forzato del pozzo Consolazione e lascia le acque per strada. Se ne accorge immediatamente la stazione dei carabinieri e interviene. Questa condotta era assolutamente imprudente perché determinava lo spostamento della contaminazione da quel pozzo a tutte le altre matrici ambientali, terreno, corsi d’acqua e altre porzione della falda.

I carabinieri fanno immediatamente interrompere. Noi operiamo un sequestro d’urgenza, assolutamente non finalizzato a interrompere l’iniziativa del comune, ma semplicemente a orientarla alla legittimità dell’azione. Il sequestro d’urgenza verrà convalidato dal gip e, immediatamente, autorizziamo e restituiamo i pozzi al comune, sempre per la stessa cosa messa in sicurezza di emergenza.

Da quello che ci risulta, non sembra sia stato fatto niente per la messa in sicurezza (vi fornirò dei dati oggetti vi sui valori). È stato, però, avviato a iniziativa dell’ATO un piano di caratterizzazione, che ha avuto varie vicissitudini. Una prima fase non aveva parere favorevole ed è stato restituito. Sembrerebbe che a luglio di quest’anno sia stato approvato. Adesso, però, abbiamo fatto una serie di indagini, acquisito dati. Su questo punto, essendo ancora le indagini in corso, chiederei, se possibile, la secretazione”.

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