Infortuni sul lavoro, Campania da primato: 33 mila nel 2022, 91 mortali

0
1351

In Campania, nel 2022, ci sono stati 33mila infortuni sul lavoro e di questi, quasi 26mila riguardano i settori dell’industria e dei servizi.

Nel 2022 le denunce totali di infortuni sul lavoro in Campania sono state 33mila, che per quasi 26mila lavoratori riguardano i settori dell’industria e dei servizi.

Nello specifico i casi dell’industria sono circa 5mila, superano gli 800 nell’artigianato e sono oltre 6mila nel terziario. Tra i dipendenti pubblici e altri comparti gli infortuni denunciati sono oltre 6mila e duecento. In agricoltura, infine, i casi di infortuni sul lavoro sono poco più di mille.

Se si analizzano le denunce per provincia, in Irpinia i casi sono 1.666, nel Sannio 1.475, nel Casertano 4.483, nel Napoletano 16.735, nel Salernitano 8.729. Parametrando questi dati alla popolazione residente l’incidenza maggiore di infortuni riguarda la provincia di Salerno con lo 0,82% di casi, seguita da Napoli e Benevento con lo 0,56%, Caserta con lo 0,50%, chiude Avellino con lo 0,41%.

In Italia gli infortuni mortali sul lavoro nel 2022 sono stati 1090.

E sebbene le statistiche ufficiali facciano rilevare un decremento della mortalità (131 vittime in meno rispetto al 2021), si evidenzia come la riduzione sia dovuta alla quasi assenza di vittime Covid tra gli infortuni mortali rilevati nel corso del 2022. Dei 1.090 infortuni mortali contati nel corso del 2022, sono stati 790 gli infortuni mortali in occasione di lavoro, mentre sono 300 quelli rilevati in itinere. Questi ultimi sono risultati in significativo aumento (+21%) rispetto al 2021. Una delle cause è probabilmente la riduzione del lavoro in smart working.

Numeri alla mano, gli infortuni mortali “non Covid” sono cresciuti nell’ultimo anno del +17% (da 927 a 1080), mentre quelli “Covid” sono quasi scomparsi dalle statistiche: da 294 nel 2021 a 10 casi nel 2022, per una diminuzione del -96,6 %. Con la scomparsa tra gli infortuni mortali delle morti per “Covid”, i dati del 2022 sono del tutto analoghi a quelli del 2019, epoca pre-covid, a dimostrazione che il tragico fenomeno delle morti sul lavoro sostanzialmente non subisce diminuzioni da anni.

Le denunce di infortunio sul lavoro (mortali e non mortali) sono cresciute del +25,7% rispetto al 2021, arrivando a quota 697.773; con il settore della Sanità sempre in testa alla graduatoria degli infortuni in occasione di lavoro (84.327 denunce); seguono: Attività Manifatturiere (75.295) e Trasporti (53.932).

Resta purtroppo importante in questi dati anche la lettura sull’evoluzione delle denunce totali di infortunio per Covid: a fine dicembre 2021 erano 48.876, mentre a fine dicembre 2022 sono diventate 117.154, a dimostrazione che il virus è meno pericoloso, ma è ancora presente nei luoghi di lavoro.

Analizzando i settori lavorativi emerge il dato, ormai conosciuto, che quello dove si rilevano più infortuni mortali è il settore delle Costruzioni, che fa rilevare ben 131 decessi in occasione di lavoro. Seguono: Trasporti e Magazzinaggio con 117 casi e le Attività manifatturiere con 100 decessi.

Le donne che hanno perso la vita in occasione di lavoro da gennaio a dicembre del 2022 sono 60 su 790. Altre 60 donne, invece, hanno perso la vita in itinere, cioè nel percorso casa-lavoro.

La fascia d’età più colpita dagli infortuni mortali sul lavoro è sempre quella tra i 55 e i 64 anni (303 su un totale di 790), ma stando all’incidenza di mortalità il dato più alto rapportato all’età degli occupati lo si rileva tra gli ultrasessantacinquenni, che registrano 93,6 infortuni mortali ogni milione di occupati.

L’INCIDENZA DI MORTALITÀ PER FASCE DI ETÀ

L’incidenza di mortalità minima rimane ancora nella fascia di età tra 25 e 34 anni, (pari a 17,1), mentre nella fascia dei più giovani, ossia tra 15 e 24 anni, l’incidenza è di 25,7 morti ogni milione di occupati.

Si conferma anche nel 2022 che la maggior frequenza di infortuni mortali si riscontra tra i lavoratori più anziani.

Gli incidenti che hanno causato morti sul lavoro nel 2022 in Campania sono stati 91, di cui 4 in provincia di Avellino.

Purtroppo siamo consapevoli di come in questo drammatico bilancio restino fuori molti altri decessi. Quelli che appartengono all’economia sommersa e tutti i lavoratori che non sono assicurati Inail.

Le denunce di infortunio sul lavoro presentate all’Istituto (INAIL) nel primo mese del 2023 sono state 39.493 (-31,4% rispetto al gennaio 2022), 43 delle quali con esito mortale (-6,5%). In aumento le patologie di origine professionale denunciate, che sono state 4.756 (+44,3%).

I CASI MORTALI IN ITALIA A GENNAIO 2023:
Le denunce di infortunio sul lavoro con esito mortale presentate all’Istituto (INAIL) nel mese di gennaio 2023 sono state 43, tre in meno rispetto alle 46 registrate nel primo mese del 2022, due in più rispetto al gennaio 2021, nove in meno rispetto al gennaio 2020 e una in meno rispetto al gennaio 2019.

“Occorre ancora moltissimo impegno nel potenziare il valore sociale della prevenzione degli infortuni, che significa migliorare il benessere dei lavoratori”, afferma Mario Melchionna, presidente Servizi Cisl Campania.

“Serve un serio programma di formazione e aggiornamento dei lavoratori, attuando azioni di efficace controllo preventivo e di sospensione delle attività in aziende che presentano gravi violazioni delle norme antinfortunistiche, tutti gli incidenti potrebbero essere evitati. Tutti, da quelli meno gravi a quelli più gravi, fino a quelli mortali. Non si può arrivare ad ogni fine anno con un bollettino di morte che parla sempre di oltre 1000 vittime”.