Si è iniettato in vena una fiala di potassio, morendo in pochi secondi.
Così si è tolto la vita, ieri, Carmine Marino, 49enne infermiere dell’Ospedale Moscati e originario di Altavilla Irpina.
L’uomo era sposato e non aveva figli.
L’infermiere non ha lasciato alcun biglietto per spiegare cosa l’ha spinto all’estremo gesto. Un momento di sconforto in cui non ha visto che la morte come unica soluzione? Una domanda alla quale nessuno può rispondere.
Secondo quanto accertato, ieri l’uomo si è chiuso nel bagno aperto al pubblico sito al piano terra della struttura ospedaliera di contrada Amoretta ad Avellino, poco lontano dal banco accettazione. Qui si è praticato l’iniezione.
Dunque, ha scelto con cura e cognizione di causa il modo per morire.
La sostanza che il 49enne si è iniettato – il potassio – viene utilizzata per ridurre l’attività cardiaca; se iniettata in vena in quantità elevata provoca l’arresto cardiaco in pochi secondi.
Il corpo dell’infermiere è stato scoperto subito dai colleghi.
E’ stato dato subito l’allarme ma per il malcapitato non c’era più nulla da fare, il suo cuore aveva cessato di battere.
Gli agenti del posto di polizia in servizio al pronto soccorso hanno ascoltato il personale che nell’ultimo periodo ha lavorato a contatto con l’infermiere: nulla lasciava presagire che si sarebbe tolta la vita.
L’uomo prestava servizio al Moscati da diversi anni, presso il reparto nefrologia.
La notizia del suicidio ha fatto rapidamente il giro della struttura sanitaria, suscitando commozione e cordoglio.
La moglie – anch’ella infermiera all’ospedale Moscati – era al lavoro al momento della tragedia; è stata colta da malore.
Sconforto e bocche cucite tra il personale del pronto soccorso e degli altri reparti: nessuno ha voglia di parlare o di cercare di spiegare.
Poche ore prima del decesso dell’uomo, un’altra tragedia aveva scosso l’Irpinia.
Sempre nel pomeriggio di ieri, a Montella, una donna 45enne aveva compiuto l’ennesimo tragico gesto, togliendosi la vita mediante impiccagione nella sua abitazione.
Solo pochi mesi fa, a luglio, un finanziere originario di Atripalda, scelse proprio il Pronto Soccorso del Moscati per farla finita.