INCHIESTA AIAS-NOI CON LORO/ Bilotta e la casa pagata coi soldi “distratti”

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L’Aias del dimissionario presidente Gerardo Bilotta, la Noi con Loro di Anna Maria Scarinzi, moglie di Ciriaco De Mita, le figlie di quest’ultimo, l’Asl e la Regione Campania.

C’è di tutto e di più nell’inchiesta della Procura della Repubblica di Avellino: da chi si macchiava dei reati di truffa aggravata ai danni dello Stato e peculato mediante profitto dell’errore altrui, e chi (per volontà o colpo, sarà il corso delle indagini a chiarirlo) ometteva i controlli sulle procedure di destinazione delle somme finanziate.

E sarebbe bastato un minimo di accertamenti, secondo i magistrati inquirenti, per verificare che molte delle “voci di spesa” avevano a oggetto attività riconducibili alla stessa Scarinzi, per prestazioni assolutamente inconciliabili e incompatibili (lei e le figlie, ad esempio, appaiono come consulenti della società che hanno effettuato la fornitura degli strumenti informatici).

Lo stesso accreditamento provvisorio presso la Regione Campania con rinnovi annuali appare illegittimo agli occhi dei pm, il tutto in totale assenza di interventi da parte dell’Asl, il cui profilo è in corso di approfondimenti.

Dalle intercettazioni emerge che Gerardo Bilotta comunica alla dirigente dell’Asl Maria Morgante di aver appreso proprio da Ciriaco De Mita che per l’accreditamento fosse tutto ok e sempre dalla medesima attività è emerso il coinvolgimento della moglie di quest’ultimo (la padrona dell’Aias) nella gestione, a dimostrazione che tutto ruotava attorno ai finanziamenti delle due associazioni non profit (Aias e Noi con Loro). Finanziamenti di cui una notevole parte veniva usata per scopi privati.

Un vero e proprio sistema criminale – secondo l’accusa – finalizzato all’indebita acquisizione di risorse pubbliche, alla distrazione rispetto agli scopi d’interesse pubblico a cui sono destinate (i disabili) e alla realizzazione di indebiti arricchimenti privati, attraverso anche meccanismi di reimpiego e riciclaggio.

E parliamo di somme di notevole entità, se si considera che l’associazione da oltre nove mesi non era in grado di pagare gli stipendi ai propri dipendenti. Nelle fatture si parla di cancelleria e fornitura di software, ma si tratta di cifre assolutamente sproporzionate rispetto al loro reale valore di mercato.

Addirittura fondi pubblici sono stati utilizzati da Gerardo Bilotta per pagare una ditta per i lavori edili per la costruzione di un edificio di sua proprietà di Avellino. Somma dal valore di 120 mila euro che è stata sequestrata dal Gip in quanto reinvestimento di una cifra oggetto di peculato. Solo una piccola parte dei quasi 1,5 milioni sottratti in totale. Ora la palla passa al Gip che avrà 72 ore di tempo per convalidare le confische.

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