Da incognita a solida realtà: è un Avellino senza limiti

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di Claudio De Vito. L’exploit di Potenza ha confermato, qualora ce ne fosse bisogno, che l’Avellino non è più una sorpresa ma una macchina quasi perfetta che viaggia spedita nella classifica che conta. E lo fa mostrandosi più forte della crisi societaria: il gruppo plasmato da Giovanni Ignoffo nella mentalità e nell’attitudine tattica sta andando oltre le più rosee aspettative.

Peccato appunto che alle spalle dei 24 che lottano in casa e fuori con il supporto della gente non ci sia una società capace di mettere la mano sul fuoco per il futuro. Il contrario avrebbe reso tutto ancora più entusiasmante. Ma forse il bello di questo Avellino è proprio il fatto che riesce a strappare applausi e sorrisi anche ad una tifoseria costantemente tormentata dai guai giudiziari. Che domani andranno aggiornati all’esito dell’incontro tra le parti in causa della procedura fallimentare convocate dal giudice Pasquale Russolillo. Davanti a lui, i creditori diranno la loro sull’impostazione del piano di rientro che Sidigas dovrà presentare in autunno.

La squadra biancoverde invece la sua la sta dicendo già da tre gare a questa parte e anche facendo la voce grossa. Devastante l’approccio di Morero e compagni che ancora una volta hanno lasciato fuori dal rettangolo di gioco i pensieri del momento per farsi valere. Ed è proprio questo il paradosso: l’Avellino gioca con serenità e dà l’idea di divertirsi grazie anche al feeling che si è creato all’interno dello spogliatoio. Nelle difficoltà ci si compatta, ma poi bisogna saper stare in campo anche pagando ad un prezzo accettabile errori di gioventù.

Diligente, ordinato, organizzato e micidiale nelle ripartenze. L’Avellino acquisisce sempre maggiore consapevolezza a prescindere dagli uomini che vengono impiegati. Certezze che alimentano il cammino dei lupi attesi ora da tre gare in otto giorni contro Bisceglie, Virtus Francavilla e Cavese. E a seguire Rende e Paganese chiuderanno il ciclo di appuntamenti sulla carta abbordabili. L’imperativo è battere il ferro finché è caldo in modo da non patire troppo quei cali fisiologici che possono subentrare in corso d’opera, a maggior ragione quando la preparazione pre-campionato non è stata svolta in un contesto di normalità.

Ma l’Avellino attuale è talmente convinto di sé da non temere nulla e nessuno. Anzi fa leva sul sostegno incondizionato di una tifoseria che sin dal primo giorno ha incoraggiato un gruppo di calciatori arrivati alla spicciolata. Ed ecco allora che per domenica alle 17.30 contro il Bisceglie si prevede un’autentica bolgia. Difficile ma non impossibile il pienone che si attesterebbe su poco più di 7mila presenze, a tanto ammonta la capienza del Partenio-Lombardi.

Più fattibile una cornice di almeno 6mila spettatori nella consapevolezza che più persone vanno allo stadio, più soldi freschi entrano nelle casse del club che non aspetta altro per reinvestirli. A tal proposito gli incassi dello stadio sarebbero vitali in vista di dicembre, quando bisognerà pagare gli stipendi di settembre e ottobre dei tesserati. La quota abbonati di 2.820 invece contribuirà ad onorare la scadenza del prossimo 16 ottobre (stipendi luglio-agosto) che non sembra in discussione. Come il rendimento di una squadra che ora non vuole fermarsi più.

foto Facebook U.S. Avellino 1912