Inchiesta “Dolce Vita”, davanti al Riesame regge l’impianto accusatorio della Procura

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AVELLINO- I giudici del Tribunale del Riesame di Napoli, come è noto da alcune ore, hanno sostituito la misura cautelare degli arresti domiciliari nei confronti dell’ex dirigente del Comune di Avellino Filomena Smiraglia con una misura interdittiva, quella dagli incarichi pubblici (interdizione dai pubblici uffici) per un periodo temporaneo. Una valutazione sull’adeguatezza della misura e le esigenze cautelari che ha portato i magistrati alla decisione (per conoscerne le motivazioni si dovranno attendere 45 giorni) di sostituire i domiciliari applicati dal Gip del Tribunale di Avellino Giulio Argenio. La decisione dei magistrati del Tribunale della Libertà conferma sul profilo della gravità indiziaria le accuse e l’impianto che ieri mattina in aula e’ stato ribadito nel corso della sua discussione dal pm titolare dell’indagine, il sostituto procuratore Vincenzo Toscano. Anche perché la difesa, il penalista Marco Campora, oltre alla questione sulle esigenze (nel termine della adeguatezza della misura applicata) aveva presentato una lunga memoria difensiva relativa ad una serie di profili, a partire dall’Imputazione (alla Smiraglia era contestato il comma 3 dell’articolo 326 del codice penale) ma anche sulla utilizzabilita’ delle intercettazioni e sulla gravità indiziaria, proprio quella che i giudici del Riesame hanno confermato con la sostituzione della misura, che impedisce alla dirigente di avere contatti con la pubblica amministrazione. La conferma di tutto questo arriverà oltre che dalla lettura del dispositivo (che ripetiamo dovrebbe basarsi solo sulle esigenze cautelari) anche dalle motivazioni, che dovrebbero essere depositate entro 30 giorni.