AVELLINO- Un invito a comparire davanti ai magistrati della Procura di Avellino che conducono le indagini sul filone bis dei presunti “corsi fantasma” all’ Alto Calore, per cui sarebbero stati chiesti anche saldi dei finanziamenti ottenuti (quelli post Covid) e grazie all’utilizzo delle fatture anche delle esenzioni dalle imposte. Insieme alle notifiche delle informazioni di garanzia e dei sequestri, i militari delle Fiamme Gialle del Nucleo di Polizia Economico Finanziaria hanno anche consegnato ai quattro indagati, l’ex amministratore unico Michelangelo Ciarcia, l’ex componente dello staff dell’allora amministratore Pantaleone Trasi e per il legale rappresentante della Cat Servizi Gerardo Santoli e per il procacciatore della società Raffaele Castagnozzi altrettanti inviti a presentarsi davanti ai sostituti procuratori Vincenzo Russo e Luigi Iglio, che coordinano le indagini dei militari agli ordini del tenente colonnello Alessio Iannone. Lunedì mattina sono previsti gli interrogatori. Gli indagati sono difesi dai penalisti Nello Pizza, Marino Capone, Luigi Petrillo e Angelo Leone (sono i legali che li rappresentano nella precedente indagine) . Le ipotesi a vario titolo contestate provvisoriamente ai quattro indagati sono per l’ex amministratore unico di Alto Calore Michelangelo Ciarcia, accusato in concorso con Pantaleone Trasi quella di malversazione di erogazioni (316 bis cp) e anche di altri reati. Contestata anche agli stessi Ciarcia e Trasi in concorso con Raffaele Castagnozzi e Gerardo Santoli l’ipotesi di reato di tentata truffa per il conseguimento di erogazioni pubbliche. In buona sostanza avrebbero tentato di ottenere il saldo del contributo, tentando di indurre in errore l’ANPAL (Agenzia Nazionale per le Politiche Attive del Lavoro) producendo, in allegato alla richiesta di saldo la documentazione inerente allo svolgimento dei corsi “Project Manager’ per 42 dipendenti dell’Alto Calore, “Tecnico Esperto del controllo qualità” per 23 dipendenti dell’ Alto Calore, “Modulo Di Pianificazione e Avvio Del Progetto’ per 36 dipendenti dell’ Alto Calore secondo le accuse di Procura della Repubblica e Guardia di Finanza mai realmente svoltisi, insieme agli “attestati finali di messa in trasparenze delle competenze” rilasciati dalla CAT Servizi alle imprese srl, rappresentata legalmente da Gerardo Santoli. Per gli investigatori avrebbe partecipato anche Trasi, addetto alla Segreteria – staff- del Presidente che, insieme all’ amministratore del quale era stretto collaboratore, materialmente intratteneva i rapporti con Castagnozzi Raffaele, procacciatore e intermediario della società CAT Servizi alle Imprese che provvedeva all’organizzazione e allo svolgimento dei corsi di formazione mai in realtà frequentati dai dipendenti, comparente tra i frequentatori dei corsi mai svoltisi, partecipante attivamente alla gestione della pratica inerente alla richiesta di saldo inviata ad ANPAL. E con il concorso di Santoli Gerardo, rappresentante legale della CAT Servizi alle imprese srl, che rilasciava i falsi attestati finali di messa in trasparenze delle competenze necessari per la richiesta del saldo del contributo. L’ANPAL non avrebbe però concesso il saldo finale.
Sempre a Gerardo Santoli la Procura contesta anche l’emissione di fatture per operazioni inesistenti. Michelangelo Ciarcia risponde dell’utilizzo delle fatture per operazioni inesistenti per evadere le imposte, in qualità di amministratore unico di Alto Calore. Infine, come nella precedente indagine sulla società di Corso Europa, anche in questo caso si contesta il peculato nella forma per “distrazione”. Si tratta della seconda inchiesta relativa alla gestione dei corsi di formazione all’ Alto Calore. il prossimo 18 ottobre la decisione del Gup del Tribunale di Avellino sulle tredici richieste di rinvio a giudizio firmate dai pm Vincenzo Russo e Luigi Iglio nei confronti di altrettanti indagati nell’ambito dell’inchiesta sull’Alto Calore per la formazione 4.0. Il Gup del Tribunale di Avellino Giulio Argenio ha infatti rinviato a quella data la decisione sull’eventuale rinvio a giudizio e sulle due richieste di abbreviato (uno semplice e l’altro condizionato) presentate nel corso dell’udienza dai legali di due dei tredici indagati.
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