Inchiesta-bis sulla sicurezza delle barriere dei viadotti autostradali, dopo gli ultimi sequestri preventivi firmati dal Gip del Tribunale di Avellino Fabrizio Ciccone, su richiesta della locale Procura della Repubblica, diretta dal procuratore Rosario Cantelmo, che hanno riguardato le barriere di nove ponti tra l’A16 Napoli-Canosa, l’A14 Bologna-Taranto e l’A1 Milano-Napoli, anche il Ministero dei Trasporti sta attenzionando la vicenda.
In particolare, i tecnici del Mit hanno effettuato un sopralluogo lo scorso martedì sul viadotto “Cerrano”, lungo l’A14 nel tratto compreso tra i caselli di Pineto e Pescara Nord, già interessato dal sequestro preventivo nell’ambito dell’inchiesta avviata dopo la tragedia di Acqualonga, dal cui viadotto nel luglio del 2013 precipitò un bus turistico che sfondò le barriere e portò 40 persone alla morte.
Oltre alla questione barriere, sul “Cerrano” i tecnici del Mit hanno riscontrato ammaloramenti della struttura stessa. In particolare i pilastri sono interessati da un movimento franoso lungo i costoni adiacenti. Da qui la lettera firmata dall’ingegnere Placido Migliorino, capo dell’Ufficio ispettivo di Roma (Uit) che vigila sulle autostrade del centro-sud, indirizzata alla concessionaria della rete Autostrade per l’Italia, in particolare alla direzione del VII tronco di Sant’Angelo (Pescara), in cui si sollecita l’interdizione al traffico pesante – e quindi dei tir – sul viadotto in questione.
Attualmente, il tratto si percorre a una sola carreggiata con limiti di velocità pari a 40 km/h per i veicoli pesanti e 60 km/h per quelli leggeri, così come richiesto dalla Procura di Avellino.
Chissà se dopo i dubbi degli organi competenti, l’interdizione al traffico dei tir sarà davvero presa sul serio. Il rischio, ovviamente, è quello di assistere a una nuova tragedia come quella del ponte Morandi di Genova.