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“In Irpinia nulla dura più di 70 anni”: la Scandone nel libro di Picone, La Rosa e Matarazzo

Renato Spiniello – “In Irpinia non c’è niente che dura da più di 70 anni e non c’è niente di scontato in questa storia, né nella Serie A”. Le parole dell’ex direttore dell’edizione locale de “Il Mattino” e già amministratore della giunta Di Nunno, Generoso Picone, chiudono l’emozionante presentazione del libro “Di padre in figlio. L’Irpinia e il basket: i primi 70 anni della Scandone Avellino”, redatto dallo stesso giornalista irpino insieme ai colleghi Giovanni La Rosa e Giuseppe Matarazzo.

Sanfilippo e Melillo

Un libro che raccoglie al settantesimo compleanno della Beneamata la storia, le testimonianze, i documenti e le immagini di una società che attraverso il basket ha portato il nome dell’Irpinia alla ribalta prima in Italia e poi in Europa. La presentazione del volume è andata in scena questo pomeriggio nella Sala Grasso di Palazzo Caracciolo, oltre ai tre autori erano presenti il manager di Sidigas Nicola Alberani, lo storico presidente Ciro Melillo e Menotti Sanfilippo. A moderare il dibattito la giornalista Titti Festa.

L’idea del libro è chiaramente quella di celebrare i settant’anni della Scandone. I tre autori si sono fatti ispirare nella scelta del titolo dalla bandiera che sventola Vincenzo Valentino, figlio di Gigetto, uno dei tanti protagonisti di questi settanta anni di storia. “E’ stata l’idea folgorante” ha raccontato il direttore, che si è soffermato anche sui 10 anni di massima serie dell’Avellino calcistica. “Attenzione con i paragoni però – ha ammonito – quegli anni hanno significato tanto per la città, ma in qualche modo hanno funzionato come una droga che ha nascosto tante cose, come la vicenda Isochimica”.

Gianluca Festa

A chi gli chiede invece la cosa più bella di questa storia, Picone risponde: “Il canestro di Sasà Parlato in Champions League. E’ stato il primo irpino a segnare punti in Europa”. Al suo fianco, durante la presentazione e in rappresentanza anche dell’ente di Palazzo Caracciolo, Gianluca Festa, consigliere comunale e provinciale e primo avellinese a bucare la retina in A. “Ricordo bene quella stagione – ha spiegato – Superbasket ci aveva già condannato alla retrocessione prima ancora che iniziasse il campionato. Attaccammo quella paginetta di giornale nello spogliatoio e ci fu da sprone per farci raggiungere la promozione”.

“Un libro che mi è servito molto per conoscere la storia, il percorso e i sacrifici negli anni che sono stati fatti – ha aggiunto l’attuale diesse Alberani – credo che debba essere letto da tutti, dal primo dei giocatori all’ultimo dei tifosi”. E al manager biancoverde, approfittando anche della sua presenza al tavolo dei relatori, sono arrivate diverse richieste. Il presidente del Coni Giuseppe Saviano ha chiesto più investimenti nelle giovanili, mentre l’ex presidente Ciro Melillo ha proposto di aggiungere al nome di Vito Lepore, nel consueto trofeo prestagionale, quello dell’irpino doc Mimmo Bellizzi.

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