Avellino – La presenza degli immigrati in provincia di Avellino è cresciuta numericamente e qualitativamente; sono in progressiva integrazione con il sistema produttivo irpino e per questa ragione rappresentano una risorsa ed una opportunità per tutto il territorio a condizione che le istituzioni si impegnino affinché siano superati gli ostacoli burocratici ed amministrativi che stanno creando reciproci disagi sociali ed economici. A riferirlo è una nota dell’assessorato provinciale al lavoro.
“Abbiamo avviato una indagine conoscitiva riguardante l’Irpinia – afferma Giuseppe Solimine – ed intendiamo aprire sul territorio della provincia gli sportelli dedicati proprio agli immigrati, che siano in grado di dare una risposta di qualità alle loro richieste. L’immigrazione è un fenomeno poco conosciuto alle istituzioni e l’impegno principale riguarda proprio la natura dell’approccio al problema e la metodologia di intervento per trasformarlo da problema ad opportunità. Se vogliamo una reale integrazione dobbiamo partire dalle persone e dai contesti perché siamo davanti ad un processo multi-dimensionale che coinvolge diversi attori. L’assessorato si farà carico di attivare percorsi formativi, concordati con il mondo della scuola, che consentano all’immigrato di apprendere la nostra lingua e di potenziare l’alfabetizzazione. Svilupperemo un progetto pilota con il coinvolgimento della Regione Campania”.
E’ stata questa la linea di ragionamento sviluppata in occasione del convegno sulla condizione degli immigrati presenti in Irpinia, organizzato a Fisciano dall’assessorato provinciale al lavoro guidato da Giuseppe Antonio Solimine, e dalla facoltà di lettere e filosofia dell’Università di Salerno. Il confronto a più voci si è svolto tra il professore Raffaele Rauty, docente di storia del pensiero sociologico dell’ateneo salernitano, l’assessore Solimine, i segretari generali di Cgil, Cisl e Uil della provincia di Avellino, il direttore della Coldiretti irpina, Giuseppe Licursi e il dirigente della Regione Campania Massimo Angrisano.
L’analisi della dimensione statistica è stata presentata da Silvia Curto, responsabile dell’ufficio immigrati attivo presso il centro per l’impiego di Avellino. La popolazione straniera iscritta all’anagrafe dei comuni irpini per l’anno 2009 sfiora le 10mila unità, concentrate soprattutto nei bacini di Avellino e Grottaminarda e di queste il 53 percento risulta essere inserita nel settore industriale; seguono quello ancillare (25,2 percento) che riguarda colf, badanti e babysitter; commercio e trasporti (10,1 percento); ristorazione (6,7 percento) e agricoltura (4,6 percento). Le attività produttive più richieste fanno riferimento all’agroalimentare; all’edilizia ed alla concia. Interessante il dato secondo il quale è aumentato il numero degli stranieri che hanno deciso di organizzare un’attività imprenditoriale in proprio con preferenza per il commercio al dettaglio e le costruzioni. Numericamente i più presenti sono romeni, seguiti da ucraini, marocchini, polacchi, albanesi, bulgari, cinesi, russi, filippini, indiani, sri-lankesi e tunisini. Nel 2009 sono stati avviati 881 stranieri, di cui 41 in agricoltura; 89 nel commercio e nei trasporti; 222 nei servizi alle persone, che particolare riferimento alla sanità; 59 nell’alberghiero e nella ristorazione e 470 nell’industria.
Nel 2009 la questura di Avellino ha rilasciato 4451 permessi di soggiorno, 2181 per motivi di lavoro subordinato; 1762 per motivi familiari; 306 per motivi di lavoro autonomo; 12 per asilo politico e 2 per protezione sussidiaria.