AVELLINO- “Ai giovani dico che devono stare lontano dalla violenza, ma non lo dico perché io voglio dare un esempio, perché ho sofferto e dalla mia sofferenza penso che sia giusto che dica a qualcuno allontanatevi da queste cose, non porta niente. Lo dico a mia figlia, lo dico a tanti ragazzi che io incontro e lo dico a tutti. Non voglio andare a raccontare delle cose tanto per, ho sofferto e chi ha sofferto sa che cosa ha passato”. Quella di Immacolata Iacone, la vedova del capo della Nco Raffaele Cutolo era una presenza molto attesa oggi alla presentazione del libro di Gianluigi Esposito e Simone Di Meo “Diari Segreti di Raffaele Cutolo” che si e’ tenuta presso la Mondadori di Via Fariello, un racconto dell’ascesa e della caduta dell’ultimo boss che era riuscito ad imporre la sua guida criminale su tutta la Campania. Una presenza anche contestata, dalle parole indignate di Graziella Ammaturo, la figlia del compianto capo della Squadra Mobile ucciso da un patto Br- camorra il 16 luglio 1982. A lei Immacolata Iacone ha voluto consegnare il dispiacere per quanto ha subito, due storie di sofferenza per la vedova di “o professore”: “mi dispiace per questa signora, che è dispiaciuta come anche un’altra persona, mi sembra che la figlia di Torre. Anch’io ho vissuto la sofferenza come l’hanno avuto pure loro. Non posso farci niente, sto con loro: che cosa posso farci?”. Rispetto a quello che si augura possa uscire fuori dal lavoro ad un archivio di documenti e scritti, Immacolata Iacone e’ chiara: “Mi auguro che escono tutte le verità fuori- questa l’aspettativa della vedova del boss- e si riscontrano tutte le cose che io fino adesso non non ho mai mai ascoltato, ma anche per tutti quanti perché è giusto che le verità esca fuori. Perché da un lato ci sono tante persone che sono nascoste dietro le quinte e che Cutolo è stato sempre un punto di riferimento per dare sempre le colpe a lui. Lui le ha le colpe e non dico che non non deve pagare le sue, però ci sono tanti altri che si sono nascosti dietro il suo nome e non va bene”. C’e’ la sua sofferenza, ma anche quella delle vittime di suo marito: “Sono con loro, per l’amor di Dio, sono con tutti loro. In primis ho sofferto io, hanno sofferto loro ognuno in ogni casa ha un problema, io ne ho avuti più di uno di problemi, parlando di morti e varie cose. Ne ho avuto quattro cinque, penso che una famiglia non ce l’ho più. Certamente uno, due o tre il dolore è sempre quello”. Quando gli chiediamo se farebbe tutto quello che ha fatto lo stesso, Immacolata Iacone non ha dubbi: “Io mi sono innamorata. L’amore è una cosa è questa cosa qui è un’altra cosa. Quando uno è innamorato non guarda niente, si coprono gli occhi. Il nome di Cutolo per me non è mai pesato, perché ho amato questa persona e continuerà ad amarla, non credo che che pesi sulle spalle, sto ancora a casa sua”. Aerre
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