Imbriano, riforma del Welfare: “Così non va”

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“Saremo davanti ai cancelli della più grande fabbrica dell’Irpinia per incontrare i lavoratori e le lavoratrici, per confrontarci con loro”. Questa la premessa che ha spinto il segretario provinciale di Rifondazione Gennaro Imbrianoa scendere al fianco degli operai di Pianodardine, in un momento non certo facile per la politica italiana, attaccata su più fronti. “Siamo consapevoli delle difficoltà che vive la nostra gente – spiega il segretario del Prc – e dunque della delusione che avanza nel popolo dell’Unione rispetto all’azione del Governo”. Difficoltà oggettive che, comunque, non fermano l’azione di propaganda e dialogo intavolata dal partito di Bertinotti, presente ieri mattina davanti alle fabbriche del nucleo industriale di Avellino. L’azione di volantinaggio svolta dai ‘compagni’ aveva come scopo principale l’avviare un dialogo con i lavoratori, informandoli sulle possibilità offerte dal referendum dei giorni 8, 9 e 10 ottobre. “Il referendum rappresenta una grande occasione per far venire fuori il disagio della classe lavoratrice – dichiara Imbriano –. La reazione positiva avuta dagli operai nei nostri confronti dimostra che c’è una volontà di dialogare con la politica ed è nostro compito ascoltare l’elettorato”. Il segretario del Prc non ha mai nascosto i dubbi e le perplessità relative alla riforma sul Welfare, condividendo le critiche mosse dalla Fiom. “L’accordo così com’è non va bene. Innanzitutto va messo un tetto alla precarietà, ovvero allo scadere dei 36 mesi il lavoratore va assunto a tempo indeterminato, altrimenti, con un nuovo contratto a tempo, si crea solo una situazione di instabilità e insicurezza nel lavoratore”. Oltre alla precarietà però c’è un altro punto che non soddisfa il dirigente del Prc, ovvero i lavori usuranti. “La nuova normativa prevede l’estensione dei lavori considerati ‘usuranti’ – dice Imbriano – ma prevede la possibilità di pensionamento per questa fascia di lavoratori in un numero di 5mila unità all’anno. Una cifra irrisoria. Questo tetto va eliminato, riconoscendo a questa tipologia di lavoratori il diritto al pensionamento dopo una vita logorante fatta di sudore e sacrifici”. C’è comunque soddisfazione in casa Rifondazione per l’esito dell’iniziativa e per i risultati riscossi. L’appuntamento è stato dunque un delizioso antipasto di quello che sarà il momento clou della vita politica a sinistra, ovvero la manifestazione del 20 ottobre a Roma

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