Accordo Ilva, Spera tra i protagonisti: “Con il Governo ottenuto un risultato storico. Ora tocca ai lavoratori dell’Irisbus”

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L’irpino Antonio Spera, segretario generale dell’Ugl Metalmeccanici, è stato uno dei protagonisti dell’ipotesi di accordo sottoscritto ieri al Mise (clicca qui per leggere i dettagli dell’accordo) e che, finalmente, segna un importante passo in avanti per i lavoratori dell’Ilva.

Dopo una trattativa di dodici mesi e due giorni intensi di confronto arriva la firma tra Am Investco, la cordata guidata da Arcelor Mittal, e i sindacati per il futuro dell’Ilva.

“Una vertenza lunghissima e molto complessa – ha precisato Spera contattato telefonicamente dalla redazione di Irpinianews – riteniamo di aver raggiunto ottimo accordo che tiene dentro tutte le nostre richieste a partire dal piano ambientale a quello occupazionale. Due priorità imprescindibili e che, per quanto ci riguarda, viaggiano sullo stesso binario di importanza. Mantenere i livelli occupazionali è una priorità quanto il rispetto dell’ambiente e della salute umana”.

L’intesa prevede l’assunzione da parte della società di 10.700 addetti, invece dei 10.300 indicati nella proposta di accordo presentata ieri pomeriggio.

In più include un piano di incentivi all’esodo, volontario e anticipato, con una somma di centomila euro lordi per il lavoratore disponibile ad andare via subito via. Circa 4,2 i miliardi che Mittal si è impegnata ad investire sul piano industriale e ambientale.

Ora la parola passerà ai lavoratori di tutti gli stabilimenti che saranno chiamati (entro il prossimo 13 settembre) a votare l’accordo entro una settimana mentre sarà revocato lo sciopero proclamato per l’11 settembre prossimo.

“E’ stato un accordo sofferto, una trattativa – spiega Spera ad Irpinianews – iniziata un anno fa. L’azione sindacale ha permesso di introdurre diversi elementi migliorativi, rispetto alle precedenti proposte avanzate dell’azienda Arcelor Mittal”.

Il sindacalista fa riferimento al mantenimento del livello occupazionale. Saranno assunti 10.700 lavoratori. “Pensate, nelle prime fasi di confronto la disponibilità di assunzione era legata ad un numero inferiore: 85oo dipendenti.

Oggi, invece, su circa 13.600 dipendenti dell’Ilva, 10.700 rientreranno a lavoro nell’immediato, la restante parte dei lavoratori sarà a disposizione dell’amministrazione straordinaria e, entro il 2024, saranno ricollocati.

Nel frattempo saranno ugualmente impiegati in altre attività come, ad esempio, i lavori di bonifica. Inoltre, ci sono 250milioni di euro messi a disposizione per l’incentivazione su base volontaria, una buona opportunità per chi, a due passi dalla pensione ad esempio, decidesse di usufruire di questa opzione”.

Spera ci tiene poi a ringraziare il Governo che, in questa fase delicata ed importante per la vertenza, è stato decisivo. “Il ministro Di Maio ha dato un contributo concreto in questa vertenza. Ha seguito con attenzione ogni passaggio della trattativa, soprattutto quest’ultima fase assai delicata”.

Tra le tante vertenze che affossano il Paese, l’Irpinia lascia un segno profondo. Proprio ieri al Mise si è discusso anche del futuro dell’ex Irisbus (oltre che della vertenza Ipercoop). Non sembrano esserci solide prospettive per i lavoratori che dopo l’intensa giornata di ieri che non ha prodotto alcun risultato positivo, non mollano ed hanno indetto una mattinata di sciopero e un sit-in di protesta dinanzi alla Prefettura di Avellino. In tardo pomeriggio (oggi venerdì 7 settembre) una delegazione di lavoratori e di rappresentanti sindacali è stata accolta dal Prefetto Maria Tirone.

Il Prefetto ha mostrato grande sensibilità nei confronti di questa vertenza e farà da intermediario con il ministero affinché arrivino presto delle risposte risolutive per il bene dei lavoratori e l’intero indotto.

“Ho seguito sin dal principio (6 luglio 2011 ndr) la vertenza dell’Ex Irisbus. Industria Italiana Autobus non ha copertura finanziaria, non offre sicurezza o lavori sostanziali. Le commesse acquisite le ha portate tutte all’estero, in Turchia. Non riescono nemmeno a pagare gli stipendi, insomma i due più importanti stabilimenti produttori di autobus sono in balìa delle onde. Oggi – conclude il sindacalista – è previsto un incontro tra Governo e Del Rosso per avere quantomeno dei chiarimenti. Auspichiamo in un cambio di rotta da parte dell’azienda e, sopratutto, basta illusioni. I lavoratori hanno sofferto fin troppo, ora servono certezze”.