“A differenza di quanti si dichiarano soddisfatti – spiega Famiglietti – alla Fillea l’annuncio della cassa integrazione per 40 operai incute preoccupazione e timori, considerando anche che il ricorso alla cassa Integrazione non vedrà l’anticipazione da parte dell’azienda ed è dunque legato esclusivamente alla disponibilità dell’Inps, nei confronti del quale sollecitiamo la massima celerità nel riconoscere ai lavoratori dell’Ilas l’ammortizzatore sociale. Apprezzando la dichiarazione di volontà dell’azienda che per il momento intende affrontare la crisi con il ricorso agli ammortizzatori sociali – aggiunge Famiglietti – riteniamo che occorre inquadrare il problema in un ambito più ampio, che guarda al rilancio del settore a partire dal comparto delle costruzioni, per creare un circolo virtuoso di rilancio di tutte le attività produttive ad esso collegate. Tutti, forse per primi i sindacati, sono felici quando le imprese e soddisfatti quando le realtà produttive godono di buona salute, perché ciò è elemento indispensabile per la salvaguardia del lavoro e dei diritti dei lavoratori, allo stesso tempo, però, la Fillea giudica stucchevole l’atteggiamento di chi, dal fronte sindacale, supporta con entusiasmo momenti di difficoltà dei lavoratori”.
Auspicando che le tredici settimane di cassa integrazione a zero ore siano sufficienti all’Ilas per smaltire gli accumuli di magazzino e quindi riprendere la produzione richiamando al lavoro i 40 dipendenti, la Fillea vigilerà e sarà promotrice di tutte le azioni necessarie volte a garantire ai lavoratori la cassa integrazione diretta e soprattutto a favorire le condizioni per un quanto più celere ritorno al lavoro
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