Il vescovo a Mercogliano chiede scusa alla comunità, D’Alessio: ora voltare pagina

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MERCOGLIANO- Prima un incontro con il sindaco Vittorio D’Alessio e poi dall’altare e poi le scuse durante la messa in onore del Santo Patrono di Mercogliano alla comunita’ e ai pastori di Capocastello per il passaggio della sua omelia che e’ stato ritenuto offensivo.

Cosi’ il vescovo Arturo Aiello questa sera ha voluto direttamente chiudere il caso aperto dal passaggio del suo intervento in Cattedrale sui “pastori” del borgo mercoglianese che ha scatenato un vero e proprio vespaio di polemiche.

Il sindaco D’Alessio ha scritto alla comunita’ chiedendo di voltare pagina e accettare “Le parole di Sua Eccellenza il Vescovo di Avellino espresse ieri anche a me sono apparse forti e, dunque, oggi pomeriggio ho sentito l’esigenza di confrontarmi con il Vescovo prima della celebrazione dedicata ai nostri Santi patroni nella chiesa di San Modestino.

Ho incontrato un uomo che mi è immediatamente venuto incontro, consapevole che la comunità di Mercogliano è altro rispetto ad un evento accaduto anni addietro e che è stato da lui utilizzato in un discorso più ampio per costruire un messaggio forte rivolto ai nuovi pastori che ieri venivano celebrati.

La parte sana della nostra comunità non può essere condannata per ciò che non ha commesso e lui me lo ha ribadito”. E ha esortato la comunita’ ad accettare le scuse del presule: “Ci siamo capiti subito e lui ha espresso la necessità di chiarire in apertura della celebrazione la sua posizione- ha continuato D’Alessio- E così è stato, ha preso la parola per chiedere PERDONO alla comunità e alle autorità, ai pastori di Capocastello se le sue parole possono essere risultate offensive. Dinanzi a questo atto chiaro, a questa richiesta di perdono, ho compreso che non possiamo che accoglierla. Sono certo che tutta la comunità saprà fermarsi a riflettere e a guardare oltre tutto questo, preservandosi dall’ esprimere inutili attacchi sui social. Ho voluto questo confronto perchè sto dalla parte degli uomini e delle donne che da generazioni a Capocastello lavorano con dedizione, che vivono dei sacrifici della pastorizia e custodiscono con vanto le nostre radici.”