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Il saggio del colonnello Mazzarese: la corruzione? Si sconfigge con l’impegno sociale

NOLA- Che sia “cancro” come l’aveva definito dieci anni fa nel suo primo saggio edito da Rogiosi o “virus” come ha scelto invece di chiamarlo nel nuovo lavoro sempre edito dalla stessa casa editrice l’anno scorso, il fenomeno della corruzione in Italia continua a sottrarre risorse che possono essere destinate al futuro del nostro Paese, in primis ai giovani ma puo’ essere affrontato e sconfitto. A spiegarlo, ospite della rassegna letteraria organizzata alla Mondadori di Nola e condotta dal direttore Autilia Napolitano e’ stato proprio l’autore dei due saggi (il primo con la prefazione di Manfredi Borsellino e l’ultimo con quella del giornalista Leandro Del Gaudio) , il colonnello Claudio Mazzarese Fardella Mungivera, vicecomandante della Legione Carabinieri Campania e appassionato di filosofia e letteratura. Vari i richiami nel suo intervento nella sua Nola a Giordano Bruno, Giovanbattista Vico, Dante Alighieri, Norberto Bobbio, tanto per citarne alcuni. Ma se da investigatore Mazzarese suggerisce quali siano gli strumenti da mettere in campo per aumentare l’azione di contrasto alla corruzione, riconosce però che “la sola repressione penale non basta”. E allora cosa serve? Semplice, anzi, più che semplice un impegno corale: La corruzione può essere combattuta solo attraverso il convinto coinvolgimento etico e culturale di ciascun componente della società, così da affermare, senza esitazione ottimizza il primato della legalità”. Del resto i numeri “percepiti”, perché come lui stesso ha spiegato non è possibile fare la lista della “spesa” per i proventi della corruzione in Italia, sono impressionanti: almeno 60 miliardi all’anno, ovvero il 4% del Pil. Come avere un quadro preciso e non solo percepito? Mazzarese dedica un intero capitolo all’intelligenza artificiale. Citando però il giudice Giovanni Falcone, che definiva la mafia un fenomeno umano, così come tutti gli altri fenomeni poteva avere una fine ed un inizio, così l’autore del saggio, che alcune proposte le aveva già avanzate nove anni fa, riferendosi a misure pratiche che potevano portare risultati nel contrasto alla corruzione in Italia, profeticamente si potrebbe dire, visto che sono entrate tutte a far parte delle azioni di contrasto nella legislazione del nostro Paese. Come ad esempio il whistleblowing e l’autoriciclaggio, per citare due delle idee lanciate nel saggio del 2014. Una cura c’era e anche in questa nuova opera una seconda cura, anche in questo caso si spera una pionieristica profezia, c’è ancora. E stavolta passa attraverso il sistema degli Open Data ( i dati aperti) e l’intelligenza artificiale. Quella però dell’ufficiale non è una ricetta magica, anzi, il primo a non credere che il contrasto alla corruzione possa essere solo affare di giudici ed investigatori e’ proprio lo stesso autore. Quindi nel saggio di Mazzarrese non ci saranno ricette magiche, ma la consapevolezza che la corruzione si sconfigge in primis con l’etica. L’autore ha anche raccontato come ci sia stata a distanza di anni questa nuova fiamma che lo ha animato a scrivere un nuovo saggio. “L’idea di scrivere un altro saggio sulla corruzione e sulle cose che andrebbero ulteriormente fatte per contrastarne la diffusione arginandone i danni, si è materializzata forte, convinta e dirompente appena sono cominciate ad assurgere agli onori – meglio il disonore – della
cronaca, notizie di corruttele legate all’ epidemia da ‘Covid 19′ che ha travolto le nostre fragili esistenze in maniera inaspettata e violenta”. Questo e’ il sentimento che come ha spiegato Mazzarese lo ha portato a rimettere in mano la penna per tentare di dare un contributo di pensiero a chi ha il dovere di strutturare e di formare dei ‘Professionisti dell’etica’, capaci di unire passione civilecompetenze”. Così parte questo viaggio nelle scuole e in varie parti d”Italia per formare le coscienze all’impegno sociale che può trasformare i cittadini in sentinelle contro la corruzione.

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