Mercoledì 22 Marzo ore 17:30 presso SalaGrasso Sede Provincia di Puazza Libertà il Segretario Cgil Franco Fiordellisi presenta l’iniziativa che insieme a Giovanni Capobianco Pres. Anpi Provincia Avellino, Mariano Di Palma referente Libera Campania, Prof. Luciano Brancaccio di LIRMAC, il Dott. Domenico Airoma Procuratore della Repubblica di Avellino, Segr. Gen. Nicola Ricci Cgil NapoliCampania, il Presidente Rizieri Buonopane della Provincia di Avellino che patrocinia l’iniziativa, vuole offrire spunti l’agire collettivo. “È importante dare forza e prospettive concrete alla lotta all’illegalità e al crimine organizzato anche perché l’immane sacrificio di tante persone uccise dalla criminalità organizzata deve richiamare tutte e tutti ad un costante e straordinario impegno in particolare delle associazioni e delle Istituzioni.”
“Spesso le realtà territoriali, che non sono riconosciute come a rischio criminalità organizzata continua Fiordellisi sono il retroterra dove le associazioni mafiose si rigenerano. Di fatto mutuando le parole di don Ciotti, Intervistato sul palco del congresso Cgil a Rimini, ricorda che “l’ultima mafia è sempre la penultima, anche perché il codice genetico delle mafie affida alla sua creatura un imperativo: rigenerarsi”. Noi vogliamo ribadire che il grande sforzo e generosità delle forze dell’ordine, della magistratura, di parte delle istituzioni, non tutte, e di superare il clima di indifferenza che regna nel Paese ed anche in Irpinia sul fenomeno. Da crimine organizzato si è passati a crimine normalizzato, mafia e corruzione sono parassiti che mangiano la società da dentro.
“L’iniziativa del 22 marzo vuole dare elementi per battere i pericoli d’infiltrazioni malavitose e di corruzione, che possono vanificare il lavoro di Istituzioni, imprese, sindacato e associazioni , per cui bisogna avere trasparenza negli atti, ed è necessario dare attuazione agli accordi che prevedono tavoli di confronto e negoziazione ai vari livelli territoriali. La criminalità e le associazioni malavitose esercitano il loro potere attraverso il controllo sociale del territorio, ma anche attraverso la pervasività negli ambiti istituzionali amministrativi, e per questo dobbiamo contrapporre un potere di controllo sociale democratico, trasparente e legale. Se l’attività politica non agisce per rimuovere ingiustizia, povertà e discriminazioni, ed anzi è opaca, diventa essa stessa criminogena”