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Il ritorno alle urne in tempo di Coronavirus: il rischio di allontanare ancora i cittadini dalla politica

Michele De Leo – Le misure attuate per fronteggiare l’emergenza coronavirus cominciano a dare i primi risultati auspicati. Il numero dei contagiati diminuisce, al pari di quello dei morti, mentre i sanitari iniziano a respirare grazie ad una riduzione dei pazienti trasferiti in ospedale. Non si può, però, considerare superata l’emergenza, tanto che il Governo e le varie istituzioni locali sono al lavoro per definire la Fase due. L’Italia è alle prese con le misure da adottare per evitare il rischio di una seconda ondata di contagi, ma anche con le discussioni sui tempi e sui modi in cui riaprire le varie attività e sugli incentivi necessari per evitare la morte di centinaia di attività artigianali, commerciali e produttive e il licenziamento di migliaia di addetti. In questo contesto desolante – in cui le istituzioni locali non sempre appaiono all’altezza del gravoso compito – non mancano le pressioni per definire la data del prossimo appuntamento elettorale. I Governatori di Veneto e Liguria spingono per tornare alle urne già nel corso della prossima estate, temendo una nuova ondata di contagi già nel prossimo autunno. Viene da chiedersi, dunque, perché due Presidenti di Regione in carica spingano per tornare in tempi rapidi alle urne, pur consapevoli che l’apertura dei seggi – soprattutto per un appuntamento elettorale importante come quello delle regionali – potrebbe favorire assembramenti ed il rischio di nuovi contagi da Covid 19. La strategia potrebbe essere quella di concedere agli avversari il minor tempo possibile per organizzarsi. Il ritorno al voto nelle prossime settimane favorirebbe, certamente, gli uscenti, che hanno una squadra già assestata e consolidata. Le ultime settimane – con l’emergenza sanitaria in corso – i percorsi politici per la nascita di alleanze elettorali sono stati praticamente interrotti. In questa fase, però, contano poco le opinioni di Luca Zaia e Giovanni Toti. Poco importa pure della decisione che il Governo potrebbe assumere, già nelle prossime ore, in tal senso. Gli Italiani – provati dalla paura del contagio, da una lunghissima quarantena e, soprattutto, messi a dura prova da un’emergenza economica che sarà complicato superare – non solo non hanno fretta di tornare alle urne ma, forse, non hanno alcun interesse per l’argomento. L’occasione è propizia, dunque, per aumentare oltremodo il distacco dei cittadini con la politica e favorire, al prossimo voto, nuove clamorose percentuali di astensionismo.

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