AVELLINO- Le sue due famiglie, il fratello e i parenti e i colleghi del Tribunale, a distanza di una settimana dalla scomparsa del giudice Vincenza Cozzino hanno scelto di commemorare il settimo della sua prematura scomparsa in quella che è stata per anni la sua “seconda casa”. Così nel pomeriggio nell’aula “Livatino” di Palazzo di Giustizia, familiari, magistrati, avvocati, dipendenti del Tribunale hanno partecipato alla cerimonia officiata da Don Ranieri Picone. Che ringraziando il fratello del magistrato e il Procuratore della Repubblica Domenico Airoma e il presidente del Tribunale Roberto Melone, ha voluto rimarcare nella sua omelia proprio un dato che emerge dalla particolarità del luogo scelto per celebrare la messa: “La fede va coniugata con la vita- ha spiegato il sacerdote- Nella cerimonia funebre il Procuratore Airoma ci ha ricordato che dietro ogni magistrato c’è una persona. Dietro la fede di ognuno di noi c’è una storia, una speranza. Bello portare la fede anche in quei luoghi dove Dio ci ha mandato. Come e’ stato ricordato nella cerimonia funebre Enza ha lavorato con tanta umanità, rigore, saggezza derivato da un cammino che è nato dell’educazione cristiana, ancorata a sani principi. In questo luogo dove abitualmente si fa altro, tutto diventa benedizione. Oggi qui, pure essendo in un ambiente laico questo momentodiventa grazia, dono”. Una scomparsa prematura ma anche un messaggio di conforto che arriva dalle Letture sacre, come quella che è stata scelta per la funzione religiosa. Don Raniero lo ha evidenziato: “Non la scelgo mai nel giorno del funerale, perché il nostro cuore in quel momento è smarrito. Vecchiaia veneranda e’ importante la vita che mettiamo negli anni. Dovremmo essere consapevoli che un esistenza seppur breve deve essere vissuta intensamente. Questi anni di Enza sono stati pochi, ma sono stati intensi”.
Aerre