Il Referendum secondo Manfrellotti: “Riforma pasticciata, cambiare così è come barare”

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Archiviato a livello internazionale il referendum sull’uscita della Gran Bretagna dall’Unione Europea, nel Bel Paese resta caldo il tema legato alla riforma costituzionale voluta dal governo Renzi. Ad autunno si andrà alle urne per esprimere il giudizio su se riformare o meno il nostro testo costituzionale.

Cinque i punti cardine della riforma che prende il nome dell’attuale ministro Maria Elena Boschi, promotrice del plebiscito:

  1. Fine del bicameralismo perfetto: secondo cui tutte le leggi – sia ordinarie sia costituzionali – devono essere approvate da entrambe le camere. Con il nuovo assetto invece la camera dei deputati diventa l’unico organo eletto dai cittadini a suffragio universale ed è l’unica assemblea che dovrà approvare le leggi ordinarie e di bilancio oltre ad accordare la fiducia al governo. Il senato sarebbe così ridotto a mera rappresentativa regionale, i cui cento membri non saranno eletti direttamente dai cittadini.
  2. Elezione del presidente della repubblica: a cui non parteciperanno più i delegati regionali, ma soltanto le due camere in seduta comune.
  3. Abolizione del Consiglio nazionale per l’economia e il lavoro: organo di funzione consultiva composto da 64 consiglieri che verrà soppresso dal ddl Boschi.
  4. Riforma del Titolo V: una ventina di materie (tra cui ambiente e trasporti) torneranno di competenza esclusiva dello Stato, sottraendo quindi poteri alle Regioni e Province.
  5. Referendum abrogativo e leggi d’iniziativa popolare: basterà che vada al voto, non più il 50% più uno degli aventi diritto al voto, bensì il 50% più uno dei votanti alle ultime elezioni politiche. Inoltre per proporre una legge d’iniziativa popolare non saranno più sufficienti 50mila firme, ma ne serviranno 150mila.

In Irpinia si susseguono i dibattiti sulla questione: mentre gli esponenti del Partito Democratico si espongono per il , a Grottaminarda il prossimo 1 Luglio alle ore 18:00, presso il Castello D’Aquino, si discuterà in maniera approfondita della vicenda. “Referendum Costituzionale: Riforma o rottamazione”, questo il tema dell’evento a cui parteciperà – tra gli altri – anche il Prof. Raffaele Manfrellotti, docente di Diritto Pubblico presso l’Università degli Studi di Napoli “Federico II”, che ha scaldato i motori in vista del suo imminente intervento.

Professor Manfrellotti, cosa non la convince del ddl Boschi?

Si tratta di una riforma pasticciata che non dà soluzioni. Nata con l’intento di snellire i procedimenti, finisce per modificare soluzioni che hanno già ampiamente dimostrato efficacia ed efficienza. Questa riforma, in sostanza, rischia di paralizzare le decisioni della Macchina Statale in quanto non sono chiari i nuovi ruoli e i rapporti tra gli organi (potere esecutivo, legislativo e giudiziario) che si creeranno a seguito delle modifiche.

La Riforma Costituzionale e la Riforma Elettorale possono essere sovrapposte o necessitano di una diversa analisi? 

Il Sistema Elettorale opera a livello della Legge ordinaria: la Riforma Elettorale con il Sistema Costituzionale non c’entra nulla in quanto riguarda e regola esclusivamente il rapporto tra gli organi. Una Riforma Elettorale è opportuna ma la legge proposta dall’attuale governo non va bene. Avevamo già una Legge Elettorale che andava in questa direzione ed era il sistema proporzionale puro: sentenza 1.2.2014, il cosiddetto Porcellum. Il Parlamento ha ritenuto di dover introdurre un sistema maggioritario. Personalmente non sono d’accordo con chi ritiene che ci sia bisogno di una Riforma Elettorale che modifichi l’attuale Legge in quanto alcune garanzie Costituzionali sono garantite solo dal sistema proporzionale. Ma questa è una posizione isolata, il punto su cui tutti convergiamo è che la Costituzione non vada modificata, soprattutto se l’obiettivo delle modifiche è solo ed esclusivamente la governabilità. Provo a semplificare con un esempio: Se un calciatore subisce un infortunio alla gamba e l’allenatore ha necessità di schierarlo in campo, per permettergli di giocare dovrà solo curargli la gamba non operarlo al cuore.

A proposito di governabilità, Renzi considera il Referendum come uno spartiacque per l’amministrazione del Paese…

Qui c’è un errore di fondo, il Presidente del Consiglio ha legato la Riforma alla propria persona. Errore gravissimo in quanto, come diceva Piero Calamandrei, uno dei maggiori Padri Costituenti: Quando si parla di Riforme alla Costituzione i banchi del Governo devono restare vuoti. Legare il ruolo del governo alla Riforma Costituzionale snatura lo stesso ruolo del Presidente del Consiglio. La Costituzione non è intoccabile: si possono correggere singoli Istituti stando attenti a non stravolgerne intere parti. Le faccio un altro esempio per chiarire il concetto: Se mi fratturo la gamba e invece di ingessarla la amputo e la sostituisco con un arto bionico, l’arto bionico influenzerà l’intero organismo. Le regole Costituzionali, nel caso in cui necessitino di modifiche, vanno modificate tutte insieme senza prove di forza. Un conto è l’attività del Governo, che deve tener presente solo il proprio programma e quello degli eventuali alleati, un conto sono le regole del gioco. Esse vanno modificate in modo collegiale, tutti i giocatori devono partecipare. Il Governo deve poter governare ma le regole devono essere condivise da tutti i giocatori, se ciò non avviene allora vuol dire che sta barando.

di Renato Spiniello.

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