La relazione annuale presentata dalla Direzione nazionale antimafia guidata da Piero Grasso parla chiaro: “Le infiltrazioni della criminalità organizzata nella pubblica amministrazione sono fortissime nelle regioni del Mezzogiorno, compresa la Campania. I politici non esiterebbero a pagare somme di denaro ai boss pur di ottenerne voti”. Un quadro drammatico che sembra riflettere gli accadimenti degli ultimi tempi.
Secondo la Dna, le maggiori inchieste giudiziarie avviate dalle Procure Distrettuali antimafia – dirette a far chiarezza su strane situazioni – riguardano accordi fra boss e politici oppure tra esponenti della criminalità organizzata e amministratori. Nella relazione presentata, i magistrati analizzano lo scambio elettorale politico-mafioso che ci sarebbe stato in diverse città del Sud. Agli indagati viene contestato l’articolo 416 del codice penale (che inopinatamente esige la corresponsione sinallagmatica di una erogazione di denaro per la promessa di voti elettorali proveniente da un´associazione mafiosa). Viene inoltre evidenziato “il soddisfacente numero di procedimenti d’indagine che puntano a contrastare uno dei settori di maggiore pericolosità dell’infiltrazione mafiosa”.
Nella fase delle indagini preliminari emerge che il maggior numero di procedimenti aperti sono a Napoli – che ne conta 8 – a Catanzaro (7), Palermo (2).
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