Il Premier Conte e la visita in una provincia in grave crisi

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di Michele De Leo – La visita del Premier Giuseppe Conte in Irpinia rappresenta un appuntamento di grande interesse che sicuramente gratifica la città di Avellino e l’Irpinia. Non deve essere, però, la festa di un giorno. Nessuno si aspetta che la presenza del Presidente del Consiglio possa essere foriera di impegni importanti per l’Irpinia e le aree interne del Mezzogiorno. Sarebbe auspicabile, però, che la venuta del Premier possa smuovere le coscienze e far rinascere un moto d’orgoglio senza il quale questi territori hanno davvero i giorni contati. Conte arriva, infatti, in una provincia in piena crisi politica, industriale, sociale e finanche sportiva. Una provincia che vive giorni sempre più complicati e che continua ad assistere, inerme, al triste fenomeno dello spopolamento. Non bisogna, però, piangersi addosso ed essere sempre pronti con il piattino in mano: il sindaco di Avellino Giancluca Festa ha ragione in tal senso. D’altro canto, pensare di potergli illustrare una realtà positiva e le sue risorse è una chimera. Il Premier sarà protagonista di una visita breve, nel corso della quale toccherà due realtà industriali della provincia, entrambe metalmeccaniche, entrambe impegnate nel comparto dell’aerospazio: la Ema di Morra de Sanctis – fiore all’occhiello dell’intero Mezzogiorno, che continua ad investire ed assumere grazie alla spinta propulsiva della Rools Royce, ma che è interessata da un’indagine dell’ispettorato per verificare una denuncia della Uilm sull’utilizzo di tirocini formativi fittizi – e la Omi di Vallata che, ufficialmente a causa del mancato allaccio del metano, lavora a scartamento ridotto. Mancano una visita al Laceno, unica sede sciistica che è ferma e attende invano i finanziamenti per gli impianti di risalita, alla ex Irisbus che, forse a distanza di otto anni, potrebbe realmente riaprire i battenti, alla ex Fma dove, ormai da undici anni, si vive di gradi ricorsi agli ammortizzatori sociali, alle ricchezze territoriali e paesaggistiche di questi territori – dall’oasi di Conza al borgo vecchio di Aquilonia, dai monti del Terminio ai castelli di Zungoli e Gesualdo tanto per citarne solo alcune – messe in discussione non solo dall’incapacità di fare sistema per creare un indotto turistico reale e duraturo ma, spesso, pure dall’istallazione indiscriminata e selvaggia di centinaia di pale eoliche. La visita del Presidente Conte deve essere, dunque, soprattutto un momento per riflettere e ripartire: il futuro non attende e si costruisce con un impegno concreto e straordinario, a 360 gradi. L’amministrazione ordinaria non può e non deve essere di questi luoghi.