Avellino – Riceviamo e pubblichiamo una missiva di Carmine Cogliano, esponente del Prc.
“Il Prc resta di fatto una forza politica antagonista ed alternativa nello scenario nazionale ed ancor di più in quello provinciale. Il Prc non ragiona su piattaforme di ipotesi riformiste ma intende portare avanti un progetto “altro” alternativo alle politiche concertative e di alleanze tout court da cartello elettorale proposte dal tavolo del centro sinistra irpino. Noi siamo identitariamente una forza politica rivoluzionaria ed è da questo assunto che parte la nostra strategia politica che nei fatti non contempla formule politiciste, alleanze trasversali di stampo marcatamente conservatrici. Le alleanze, è evidente, che sono indispensabili per scardinare l’avanzata delle destre in provincia. Ma la questione, diviene dirimente, sul come si vuole costruire in Irpinia questo scenario di alleanze.
Noi sconfessiamo, la pratica politica, radicata e consolidata, dell’inciucio e dello “scambio di voto” in virtù di una logica di semplice acquisizione di “potere”, cercando di costruire un’alternativa al “centro sinistra” così come è stato inteso fino ad oggi (maggiore peso politico maggiore presenza alla guida di enti, comunità montane, o assessorati), il centro sinistra che noi vogliamo è essenzialmente un a convergenza di progettualità intorno ad un unico obbiettivo il riscatto sociale ed economico della gente d’Irpinia. Questo progetto, che metteremo in pratica partendo dal comune capoluogo, dove il “centro sinistra alternativo” è un primo passo in avanti in questo senso, non contempla per forza di cose schemi partitici predefiniti di “centro sinistra” ma allarga la sua sfera di influenza programmatica a sinistra, con il coinvolgimento essenziale dei movimenti antagonisti e delle associazioni ambientaliste presenti sul territorio, e questo percorso non contempla per forza di cosa la presenza al suo interno del Pd. Una alleanza politica che nei fatti è risultata fallimentare per “modus operandi” e per litigiosità sul ruolo da ricoprire nelle stanze dei bottoni non può e non deve essere riproposta addirittura con pezzi di politica spudoratamente centriste e reazionarie come l’Udc di D’Amelio e Romei, o addirittura con l’Udeur (artefice della morte della sinistra italiana) passando per i “vaticanisti” di Bianco.
Noi crediamo e ne siamo certi che l’alleanza politica da costruire contempli al suo interno tutta la sinistra politica e sociale diffusa in Irpinia (Sd, il Pdc di Diliberto, i Verdi vicini a Zecchino, Sinistra Critica, il Pcl, i movimenti ambientalisti Irpini, e tutti quei personaggi politici moderati che comunque vogliono rompere le maglie di quella gabbia politica di cui parlavamo prima, chiaramente con quella Rifondazione Comunista che ha vinto il Congresso Nazionale di Chianciano) e che da questo presupposto nasca la “nuova Irpinia che verrà”.
La mia proposta politica, che posso affermare con certezza è anche quella di tutte le minoranze irpine del PRC, inizia su questo ragionamento: “spazio alla partecipazione colletiva di tutti i pezzi del corpo vivo dell’Irpinia per costruire il territorio dell’inclusione sociale e del riscatto economico e politico di questa terra per troppo tempo martoriata e vituperata nella sua anima dalla mala-politica. Questo è un invito formale alle forze politiche e sociali che hanno a cuore questo “proggetto per l’Irpinia” a vedersi sedendosi ad un tavolo programmatico,pubblico, in cui tutti i presenti hanno diritto di tribuna.
Rifondazione Comunista parte dall’alternativa reale ad un sistema politico, sconfitto essenzialmente nella sua gestione della pratica politica vissuta, se “Rifondazione per la Sinistra” vuole costruire lo stesso percorso del 2004 camuffandolo con formule politicistiche nuove, si accomodi al suo tavolo, noi vogliamo costruire “altro”, noi vogliamo costruire una reale alternativa per l’Irpinia, cominciando dalle alleanze e dai programmi e di questo ne è comprova l’Odg approvato e da noi proposto sulla delicata fase della “questione lavoro in Irpinia” nel Cpf del 22 ottobre”.