Il Pd irpino scompare dalle Politiche: cronache di un disastro annunciato

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Pasquale Manganiello – Non c’è rappresentanza per il Partito Democratico irpino nelle scelte di Matteo Renzi per le prossime elezioni politiche. In queste ultime 24 ore di tensioni e delusioni, la classe dirigente irpina esce di scena con una mestizia che non potrà non ripercuotersi nel voto del prossimo 4 Marzo. Le candidature non lasciano spazio a interpretazioni: al Nazareno è stata scritta la cronaca di un fallimento, con i territori, i circoli, gli iscritti completamente abbandonati a se stessi e per niente presi in considerazione.

Luigi Famiglietti: il renzianissimo deputato si è visto sfilare da sotto il naso la posizione di capolista nel listino proporzionale dal “beneventano” De Caro che da tempo immemore, a ragione, evidenziava come i giochi non fossero per niente fatti. Famiglietti ci sperava ma quando si è scontrato con la triste realtà ha provato quantomeno a rivendicare il suo status di fedelissimo e si è inserito nella fessura lasciata aperta dal dietrofront della D’Amelio, con conseguente candidatura nel Collegio Uninominale per Palazzo Madama. E’ pleonastico affermare che sarà una partita completamente in salita. La corsa per sfidarlo sarà agguerrita.

Rosetta D’Amelio: Blindata da Renzi fino a ieri mattina, la presidente del Consiglio Regionale, che da sempre ha messo davanti ad ogni cosa il suo status di donna di partito e delle Istituzioni, ha fatto o ha dovuto fare un passo indietro per ragioni che probabilmente spiegherà nelle prossime ore. Non è certo chiaro come e perchè la massima esponente del Partito avellinese, nonchè portavoce di un bacino elettorale riconosciuto, abbia deciso di passare la mano.

Valentina Paris: Solo un miracolo potrebbe riportarla in Parlamento. Esce completamente ridimensionata dalla giornata di ieri.

Enzo De Luca: Un disastro. L’ex senatore pensava che, dopo cinque anni di coerente militanza dopo la delusione del 2013, gli sarebbe stata riconosciuta la candidatura. Ed invece De Luca rimarrà al palo: non sarà della competizione e non avrà la possibilità di sostituire la D’Amelio, nel caso fosse stata candidata ed eletta, in Consiglio regionale. Renzi gli ha preferito non uno ma ben due alleati. Metterà ancora al servizio del partito il suo proverbiale “senso di responsabilità”?

Giuseppe De Mita: Collegio Alta Irpinia voleva e Collegio Alta Irpinia ha ottenuto. I rumors della scorsa mattinata raccontavano di un De Mita particolarmente insofferente alla proposta giunta dal Nazareno di accettare il Collegio senatoriale. La linea del fondatore di Civica popolare alla fine ha prevalso a discapito della D’Amelio. Resta da comprendere se gli elettori e la base del Partito Democratico (Alta Irpinia-Ariano) comprenderanno la scelta: si troveranno in lista De Caro e De Mita. Ai posteri l’ardua sentenza.

Angelo Antonio D’Agostino: la segreteria regionale aveva chiesto due collegi per il Pd ed uno per gli alleati. L’ex deputato di Scelta Civica, invece, si troverà a capo della coalizione e dovrà provare a gestire i tanti mal di pancia (soprattutto ad Avellino) che la base elettorale del Partito Democratico ha già ampiamente mostrato e denunciato.

Umberto Del Basso De Caro: sentiva il posto di capolista alla Camera come suo di diritto ed alla fine è stato premiato da Renzi. Ha tutte e due le mani sul Pd avellinese e condizionerà ogni scelta da qui in avanti: e lo farà da Montecitorio.

Il tutto condito dalle “territoriali” candidature di Assunta Tartaglione, Francesco Critelli, Roberta Pinotti (stravolta la conformazione del listino bloccato del Senato) Stefano Graziano e Roberta Valente che si lanceranno nel cielo irpino con un paracadute parecchio speciale.