Il Pastificio Graziano ospita il ministro Di Maio. Il primo inquilino della Farnesina ha incontrato l’amministratore delegato del pastificio di Manocalzati, Alfonso D’Urso, al Cibus Forum, la più grande manifestazione Food and Beverage all’indomani del lockdown. Oggi e domani, due giorni di esposizioni e dibattiti incentrati sui nuovi scenari dell’industria agroalimentare per delineare una valida strategia di marketing in tempo di emergenza sanitaria. A cominciare dall’impegno per la tutela del Made in Italy nel mondo come ha sottolineato. D’Urso.
“Cibus Forum ci permette di riprendere il percorso di promozione interrotto a causa dell’emergenza sanitaria. Nonostante i consumi nel nostro comparto non hanno risentito la crisi economica, Pastificio Graziano crede fortemente nell’importanza delle relazioni umane. A causa del Covid sono mancate le principali iniziative fieristiche occasione di dibattito e di confronto, utili per essere sempre al passo con le ultime tendenze di mercato e spesso anticipandole come nel caso delle trafile al platino e all’argento che noi stessi abbiamo brevettato. Cibus non è una semplice fiera ma il trait d’union tra professionisti della Gdo, istituzioni, buyers e giornalisti. Di certo, d’ora in avanti sarà fondamentale un’ efficace comunicazione e l’impegno di tutte le parti in causa”.
Secondo l’A.d. di Pastificio Graziano la situazione che stiamo vivendo a livello globale ci fornisce un’ulteriore occasione per riflettere su quanto sia fondamentale creare sinergie nell’interesse della tutela del Made in Italy troppo spesso vittima dell’Italian Sounding. Un problema che l’imprenditore solofrano ha ribadito anche al Ministro degli Affari Esteri Luigi Di Maio, ospite allo stand della sua azienda.
“L’agroalimentare italiano sta vivendo stagioni di crescita importanti sui mercati esteri. Risultati significativi che tuttavia non devono farci allentare la presa sull’obiettivo – ha detto D’Urso – Servono campagne mirate per salvare la reputazione dei prodotti enogastronomici, difendere il territorio, l’economia e far conoscere una filiera che è la più grande ricchezza del Paese. Mi riferisco ad esempio all’Italian Sounding in cui cade ingannevolmente il consumatore di fronte a prodotti che crede siano autentici italiani, quando in realtà di italiano hanno poco, o nulla. Noi siamo produttori di pasta 100% italiana, certificata e garantita dai laboratori di Chimica e Biologia dell’Università di Salerno, ma subiamo la concorrenza sleale di aziende che acquistano materie prime di provenienza estera a un costo inferiore e che poi lavorano in Italia, o di aziende italiane rilevate da aziende straniere che sfruttano il brand legato ad esse per promuovere maggiormente le vendite. Si tratta di un falso Made in Italy un rischio che compromette la reputazione del comparto. Per questo ben vengano le fiere come Cibus che ci consentono di entrare in relazione diretta con i buyers internazionali e far testare la qualità del prodotto”.
Una riflessione che ha trovato riscontro nel Ministro Di Maio, il quale ha assicurato all’imprenditore che sosterrà con convinzione gli eventi fieristici, fondamentale veicolo verso il mercato internazionale e strumento strategico di promozione del Made in Italy. Ma il plauso di Alfonso D’urso è andato anche al sindaco di Parma, una città che deve essere d’esempio all’Irpinia e alla Campania per la cooperazione che è riuscita a creare tra pubblico e privato.
“Parma ha dimostrato che il cibo non è solo un prodotto commerciale, ma è il simbolo di una comunità, il risultato di un processo identitario che esprime la creatività tipica del Made in Italy. La collaborazione tra Istituzioni pubbliche, imprese del settore alimentare e ristoratori le ha permesso di essere riconosciuta come la prima Città Creativa Unesco della Gastronomia. Una strategia importante da prendere d’esempio per lo sviluppo economico e turistico dell’Irpinia e per permettere a noi tutti, insieme, di guardare con fiducia al futuro”.