Il murales della discordia, Cipriano: “Distruggere segni dell’arte dimostra arretratezza culturale”

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Sul dibattito del murales di Carlos Atoche, si registrano le parole – tra le varie – del presidente dell’Ente Teatro Gesualdo, Luca Cipriano:

“Distruggere i segni dell’arte dimostra sempre arretratezza culturale. Leggo in queste ore di un dibattito assai acceso e di forti critiche rispetto alla censura che è stata fatta. Avellino deve essere una città aperta a tutte le forme di arte. Non vorrei che il bigottismo imperante che cancella segni di arte di strada in città debba poi portare al pentirsi di qualcuno”.

luca cipriano
Luca Cipriano

Un analogo episodio accadde già decenni fa ad Avellino. Nel 1961 – come ricorda Franco Festa – un dipinto a tempera di Ettore De Concillis, Crocifissione, opera molto dura e drammatica, fu dipinta dall’autore nel secondo medaglione della parete destra della Chiesa delle Oblate di Avellino.

Prima che fosse completata, l’opera fu coperta dalla calce, perchè ritenuta scandalosa.

De Concillis ha ricordato quell’episodio stamane, nel corso di una conferenza stampa convocata al Gesualdo: “Prima del Murale della Pace – ha sottolineato – feci una pittura nella Chiesa delle Oblate che fu cancellata ed oggi non esiste più. Anche il Murale della Pace ebbe la stessa sorte inizialmente. Metà dell’opinione pubblica ed esponenti della Chiesa, non solo di Avellino, erano contro. Evidentemente i tempi sono cambiati”.

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