Il murales della discordia, Atoche: “Ritornerò a breve ad Avellino”

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Un fiume di solidarietà sta travolgendo in queste ore il writer di origini peruviane Carlos Atoche, l’autore del murales di viale Italia ad Avellino – dal titolo Madonna del Mandrillo – finito nel mirino di ignoti che nottetempo hanno ben pensato di coprirlo con della vernice bianca.

“Mi stanno arrivando tanti messaggi di solidarietà per la censura della Madonna del Mandrillo – scrive Atoche su Facebook – . Grazie a ognuno di voi. Mi dispiace che la prepotenza di qualche catto-bigotto abbia cancellato un opera che era di tutti. D’altronde posso ringraziare il cielo di non essere nato secoli fa, dove i ricercatori venivano bruciati o torturati per sostenere le proprie idee. Ritornerò a breve ad Avellino a realizzare un nuovo murales”.

Sui social network, intanto, diventano sempre più numerosi i messaggi di stima e sostegno all’artista, le cui opere si possono ammirare in giro per le città italiane (famosissimo il suo Totò a Napoli, ndr) ed estere, da parte dei cittadini di Avellino e provincia.

E dal suo studio del Pigneto a Roma, Atoche ha promesso che a breve ritornerà ad Avellino per realizzare una nuova opera.

I murales e le opere di Atoche non sono nuove ad episodi simili.

Mesi fa, racconta l’artista in una recente intervista, il sindaco di Lima – la capitale del Perù – decise di cancellare i murales presenti in città e, dichiarando di fare pulizia, coprì con della pittura gialla (giallo come la bandiera del partito a cui fa capo) qualunque lavoro presente sui muri.

“Questa decisione – disse all’epoca Atoche – è collegata alla sua sciatteria culturale e anche alla cancellazione di diversi festival e iniziative artistiche nella città. Così come in Italia si riducono le ore di storia dell’arte nelle scuole medie e licei, l’atto commesso dal sindaco Castañeda è un attentato alla cultura, e genera un danno irreparabile alla cultura di un Paese povero, che spesso non ha l’interesse a imparare perché soffre molto la fame. Per la serie: un popolo ignorante è più facile da governare”.

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