Il Laceno d’Oro si sposta al Gesualdo. Via al Festival tra promesse (non mantenute) e speranze

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Eliseo ex gil
Eliseo ex gil

Un anno fa l’annuncio (“… per il prossimo anno la casa del Laceno d’oro sarà l’ex Eliseo”), oggi il via all’edizione 2015 con la conferma che le attività del Laceno d’Oro si svolgeranno al Teatro Carlo Gesualdo (causa meteo incerto) e non più in piazza Del Debbio, l’agorà dell’ex Gil di corso Europa.

Parte così la nuova edizione della rassegna cinematografica internazionale di Avellino (stasera alle ore 20.30 la consegna del Premio Camillo Marino al regista Abel Ferrara e la proiezione di “Pasolini”), col ricordo delle parole pronunciate dodici mesi fa urbi et orbi dal sindaco Paolo Foti: “Considero questa rassegna cinematografica di grande importanza per la città di Avellino – spiegò il Sindaco Foti – ma per questa amministrazione la ritengo come la precondizione che fa ben sperare di realizzare il definitivo risanamento di una ferita aperta che è il cinema Eliseo chiuso da tanti anni. Siamo a buon punto e ritengo che tra un anno a partire da oggi riusciremo ad aprire buona parte della struttura. Riaprire il cinema Eliseo significherà anche riaprire la sala cinematografica, con la speranza che i solititi ignoti che sono la vergogna di questa città non vadano a di nuovo a vandalizzare la struttura”.

Non è cambiato – evidentemente – nulla da allora (se non qualche Giunta e la presentazione di dimissioni poi rientrate).

Anche se, ad onor del vero, vanno riprese alcune recenti dichiarazioni dell’assessore ai Lavori Pubblici Costantino Preziosi che proprio a cavallo di Ferragosto aveva detto: “Entro fine mese, partiranno le operazioni di manutenzione straordinaria dell’Eliseo. Nel giro di tre mesi speriamo di riconsegnare intatta la struttura alla cittadinanza, perché insieme la si possa riportare allo splendore del passato”.

Una piccola, flebile speranza. Si spera di vedere la nascita della Casa della cultura cinematografica Camillo Marino e Giacomo D’Onofrio e di dare inizio all’attività entro gennaio 2016 per evitare di restituire il bene alla Regione Campania.

Una vera e propria corsa contro il tempo.

 

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