Il grande business della marijuana: ecco i campi dei narcos ad Avellino

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Nelle regioni del Mezzogiorno d’Italia i maggiori sequestri di piantagioni di marijuana.

Il report mensile della Direzione centrale dei servizi antidroga racconta che in Campania, nel quadrilatero tra Castellammare di Stabia, Gragnano, Casola di Napoli e Lettere, solo nel 2015 sono state sequestrate venti tonnellate di canapa indiana.

Per entrare nella Giamaica alle porte di Napoli il Decimo battaglione Campania e gli esperti del Club alpino hanno avanzato machete in mano individuando, alla fine, cinque piantagioni su terreno demaniale: impossibile avvistarle dall’alto. Piante alte quattro metri erano protette da sistemi d’allarme: fili rasoterra con campanelli appesi. I semi, i marijleros dei Monti Lattari, li avevano avuti dai capibastone d’area.

La Calabria (ma anche la Sicilia e la Sardegna) resta la Regione d’elezione della coltivazione dell’erba del BelPaese, oggi paragonabile a quella albanese ma ancora lontana da quella “olandese” che possiede un principio attivo quattro volte superiore. Marijuana e hashish valgono da sole metà del mercato clandestino italiano delle droghe. E la canapa a chilometro zero, abbattendo il costo di trasporto, finisce sul mercato a 7 euro il grammo quando il “marocchino” è sugli 8-9 euro. Una solo pianta ne vale 400.

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L’area del Monte Salto

LA GIAMAICA D’IRPINIA – Quale la situazione, invece, in provincia di Avellino?

Il contrasto da parte delle forze dell’ordine in ordine ai reati connessi alla coltivazione e allo spaccio della canapa indiana, anche di recente così come negli anni passati, ha portato in Irpinia a svariate decine di blitz e sequestri nonchè arresti e denunce.

La Valle dell’Irno, ovvero l’area del Monte Salto a confine tra i Comuni di Montoro, Forino e Bracigliano (Salerno), è il territorio dove si sono registrate nel tempo le maggiori attività di contrasto da parte delle forze dell’ordine.

Il Monte Salto domina la Valle dell’Irno e si apre verso la conca di Bracigliano e Siano nel salernitano per finire nella piana di Sarno. Già in passato l’area era destinata al pascolo di armenti e greggi e – si racconta – i pastori forinesi, braciglianesi e quindicesi prediligevano l’area proprio perché ritenuta isolata.

Questo fattore ha spinto poi negli ultimi decenni ad eleggere quel territorio impervio e difficilmente accessibile come luogo di coltivazione della canapa indiana.

Sequestri eclatanti di piantagioni d’erba sono stati effettuati nel settembre dello scorso anno a Forino da parte dei Carabinieri della Compagnia di Baiano (circa 15 chili), nel settembre del 2013 e a giugno del 2014 a Piano (oltre 100 piantine), nel 2010 a Figlioli oltre la croce del santuario di San Cipriano (quasi 600 chili).

Piantagioni rigogliose che dall’Irpinia arrivano fino al territorio del salernitano, alla vicina zona di Fisciano. Un’altra conferma dell’allarme che in tutta la bassa valle dell’Irno, ed in particolare il montorese, sono diventate zone dove la coltivazione della sostanza stupefacente è diventata un vero e proprio business. Quello dietro al quale potrebbe esserci anche un’attività più organizzata rispetto alla semplice cura da parte di agricoltori.

Non certo piantagioni fai da te, dunque. Ma l’ombra della criminalità organizzata, che potrebbe puntare proprio all’area della provincia di Avellino al confine con il salernitano. Segno che il consumo e la richiesta di canapa indiana è molto forte. Una base irpina che rifornisce la sostanza stupefacente ad un vasto territorio che va al di la dello stesso comprensorio.

 

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